21 Ottobre 2021, 18:55
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Nonna, che cuore grande che hai. E poi la terza dose di vaccino. Che, stavolta, serve a scacciare il lupo. Francesca Carduccio è una dottoressa che lavora nell’hub della Fiera, per la struttura commissariale guidata dal dottore Renato Costa. Anche lei, come i suoi colleghi, come tutti coloro che sono impegnati nella battaglia del Covid, ha somministrato una miriade di vaccini. Adesso, la dose aggiuntiva a Concetta, la sua nonna materna. E deve essere bello proteggere tutti, ma ancora di più, forse, coloro che ami. Un rito insieme pubblico e intimo, nei luoghi che ti hanno visto crescere. E, prima ancora, essere bambino.
“Abbiamo vissuto a casa della nonna per quindici anni – racconta la dottoressa Carduccio -, siamo legatissime. Le ho fatto anche la prima e la seconda dose. Perché sono diventato medico? Per passione. Io e mia sorella ci abbiamo creduto e siamo le prime dottoresse in famiglia. Siamo molto numerosi e molto uniti. Concetta è la mia nonna materna ed è normale che sia orgogliosa di noi. Non ci ha mai detto di no. Purtroppo, non ho conosciuto entrambi i nonni”.
E’ una storia normale e speciale, al tempo stesso. Perché in questa stagione di veramente normale non c’è niente. E ognuno si è dovuto adattare, come poteva, a un cambio d’abito non facile.
“Le somministrazioni di terze dosi, a livello nazionale e regionale, sono iniziate il 20 settembre. Al momento possono ricevere questa ulteriore iniezione, 6 mesi dopo l’ultima, gli over 60, il personale sanitario, ospiti e lavoratori delle rsa e persone con particolari patologie – ricorda una nota -. In un mese l’ufficio del commissario Covid di Palermo ha eseguito 4867 somministrazioni, quasi la metà nell’hub della Fiera. Numerose anche le terze dosi durante le vaccinazioni di prossimità: domiciliari (1757), nei quartieri e nelle iniziative itineranti (350), nei centri dialisi e in altre strutture sanitarie (364). Una quantità che rappresenta circa il 10% delle terze dosi attualmente eseguite in Sicilia”.
Sono i numeri e sono importantissimi. Ancora più importante è il sentimento del dono e della salvaguardia che trasmetti, quando inoculi un vaccino. Un gesto che assume un significato ancora più profondo, se avviene nei luoghi che furono dell’infanzia e della più inarrestabile felicità, tra un soggiorno dove batte il sole e uno scaffale con un libro di poesie di Rimbaud.
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21 Ottobre 2021, 18:55