I sintomi gravi del Covid, ricoveri e contagi: "Siamo preoccupati"

I sintomi gravi del Covid, ricoveri e contagi: “Siamo preoccupati”

Facciamo il punto della situazione. Tra casi, reparti e tamponi. Le cose da sapere.
LA SITUAZIONE A PALERMO
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Palermo e l’apice dei positivi al Covid. Palermo e i ricoveri in ospedale. Palermo e i contagi con sintomi non lievi, anche quando non vai a finire al pronto soccorso. Mondello richiama i bagnanti. I locali sono pieni. Questa estate, comprensibilmente, chiede di essere vissuta con spensieratezza. Ma quali sono, nel frattempo, i segnali della pandemia? Eccoli raccontati da chi – malgrado tutto – vive ancora in trincea.

‘Ripresa dei casi gravi’

C’è, per esempio, Tiziana Maniscalchi, primario al pronto soccorso Covid dell’ospedale ‘Cervello’. “Non mi pare che siamo messi bene – dice -. Assistiamo a una ripresa di casi gravi legati al Covid, ma nessuno può mai essere sicuro, fino in fondo, che anche altre patologie non peggiorino per la concomitanza con il virus. Non ci sono soltanto le polmoniti, è importante non sottovalutare i problemi cardiaci connessi e i cardiologi ci comunicano che c’è una recrudescenza delle sincopi”. Un occhio va dato alle nuove varianti. “I sintomi si sono come moltiplicati e credo che questo c’entri con le varianti più recenti – spiega la dottoressa Maniscalchi -. Registriamo il ritorno di una febbre persistente, che non scende. Soltanto stamattina, abbiamo avuto cinque codici rossi. Abbiamo circa trenta-trentacinque accessi al giorno con problemi significativi e la situazione non è leggera. Invito tutti alla prudenza. Indossare la mascherina, anche se non è obbligatorio, è un atto di rispetto verso il prossimo, oltre che di salvaguardia verso se stessi”.

In rianimazione, per fortuna, va meglio. “Siamo circa al cinquanta per cento dei posti letto occupati – dice il dottore Baldo Renda, primario della Terapia intensiva del ‘Cervello’ -. Non vediamo quasi più le polmoniti gravi, anche se so che, al pronto soccorso, c’è qualche problema. Forse è il momento di abbandonare la logica degli ospedali dedicati esclusivamente al Covid. Spero davvero che si stia andando verso l’endemizzazione del coronavirus, cioè verso una convivenza in cui sarà necessario, soprattutto, proteggere i pazienti più fragili”.

‘Siamo preoccupati’

Parrebbe una narrazione complessivamente dissonante. Ma bisogna valutarla a partire dai punti di vista. La sintesi, ricavata da profani, eppure con un senso logico, potrebbe essere questa: la massiccia e benedetta campagna di vaccinazione ha ridotto di parecchio casi gravissimi e decessi che, purtroppo, continuano a esserci, tuttavia la patologia può essere ancora impegnativa. “Rischiamo una sorta di tempesta perfetta – avverte il dottore Renato Costa, commissario per l’emergenza nell’area metropolitana di Palermo -. Tanti sono i fatti che concorrono all’aumento dei contagi, soprattutto il progressivo abbandono delle mascherine. I casi reali sono comunque sottostimati perché molte persone non denunciano la loro positività”.

Il commissario, che ha raccontato a LiveSicilia.it, le fasi del salvataggio di una paziente a Ustica, è netto: “Funzionano bene le terapie domiciliari, altrimenti avremmo il trenta per cento di ricoveri in più. Al drive in della Fiera ormai tracciamo un positivo su due tamponi. Stiamo riscontrando un allungamento della positività, un dato da correlare alle varianti di Omicron, BA4 e BA5. Eravamo in vantaggio, ora rischiamo di essere ancora costretti a inseguire. Siamo preoccupati”. (Roberto Puglisi)


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