21 Marzo 2024, 16:38
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PALERMO – “Quale è la logica che spinge l’Agenzia nazionale per i beni confiscati a destinare ad altri usi, come ad esempio uffici, alcuni appartamenti che potrebbero essere usati per rispondere all’emergenza abitativa? Ancor di più e peggio, perché pur in presenza di una chiara scelta politica e amministrativa del Comune di Palermo per dare priorità alla tutela delle famiglie socialmente fragili, l’Agenzia sceglie di sgomberare delle famiglie da quegli appartamenti contribuendo così ad aumentare l’emergenza sociale relativa alla casa nella nostra città? Sono domande che, soprattutto nel giorno in cui in tutta Italia si commemorano le vittime innocenti delle mafie, dobbiamo porci, perché l’antimafia non si riduca al piano simbolico e perché sappiamo che proprio il tema dell’utilizzo sociale dei beni confiscati è uno dei nodi centrali del contrasto alle mafie, perché opportunità di costruzione di diritti”. Lo dichiara la consigliera comunale Mariangela Di Gangi.
“La mancanza di coordinamento fra istituzioni, le scelte contrastanti fra loro, soprattutto quelle che rischiano di acuire crisi e tensioni sociali, non sono certamente ciò di cui c’è bisogno in questo momento. Mi riferisco in particolare al bando pubblico con cui l’Agenzia nazionale dei Beni confiscati ha pensato di assegnare centinaia di immobili, moltissimi dei quali con destinazione d’uso abitativa, per altri usi – continua la consigliera -. Negli elenchi forniti dalla stessa Agenzia, ad un primo colpo d’occhio ci sono almeno una cinquantina di appartamenti che a Palermo potrebbero essere usati per rispondere alle necessità delle famiglie. Se è importantissimo il lavoro svolto da molte associazioni, altrettanto importante è ribadire che le case devono andare sempre alle famiglie. Altrimenti c’è da chiedersi se l’Agenzia faccia scelte che rischiano di indebolire invece che rafforzare la lotta alle mafie”.
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21 Marzo 2024, 16:38