31 Dicembre 2021, 11:26
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PALERMO – “La mia causa? Non al Palermo ma ai miei ex soci”. A dirlo è Tony Di Piazza, ex vicepresidente e socio di minoranza del Palermo. “Ho cercato di tutelare il più possibile il club e me stesso da una serie di comportamenti poco rispettosi della mia dignità e della posizione societaria – ha sottolineato l’immobiliarista nativo di San Giuseppe Jato ai microfoni de Il Corriere dello Sport -. Sono entrato con l’impegno di versare sei milioni di euro, cosa che puntualmente ho fatto, prevedendo che le decisioni più importanti passassero per il CdA di cui facevo parte e che in società avessi una persona di mio riferimento, considerata la lontananza dal territorio. Invece, dopo il primo anno, il direttore operativo, di fatto già svuotato di poteri, non è stato confermato. Ma di più Mirri e Sagramola si sono sestuplicati i loro poteri svuotando di fatto il ruolo del CdA. In pratica, mi hanno di fatto estromesso da qualsiasi decisione e informazione”.
Di Piazza è un fiume in piena e sulla sua richiesta economica a seguito del recesso spiega: “Il valore di recesso non è stato un capriccio ma si è basato sulla perizia commissionata dallo stesso presidente Mirri ad un colosso della consulenza come PWC. È assurdo ora che il management della società intenda attribuire a Italplaza un valore compreso tra zero e 71.500 euro. Se così fosse, significa che la società non vale niente, a differenza di quanto lo stesso Mirri ha dichiarato”.
Infine, sull’ipotesi di un suo ritorno: “Con il presidente Mirri e con Sagramola, no. Con una nuova compagine societaria prenderei in considerazione di mettermi a disposizione economicamente purché sia garantito il rispetto di socio investitore e sostenitore”.
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31 Dicembre 2021, 11:26