Lorefice: "Attuiamo la legge e fermiamo l'affare per la mafia"

“Ora attuiamo la legge e fermiamo il lucroso affare per la mafia”

Le parole dell'arcivescovo Lorefice e di Francesco Zavatteri

PALERMO – Senza il loro impegno la legge contro le droghe non sarebbe arrivata all’Ars. Corrado Lorefice e Francesco Zavatteri sono i primi a celebrare il risultato. Sanno, però, che tra il voto del parlamento siciliano e la salvezza dei ragazzi resta tanta strada da percorrere.

“Sono felice che il Disegno di legge, partito dal basso diventi legge della Regione e che diventi soprattutto uno strumento non soltanto per Palermo ma per tutta la Sicilia – dice monsignor Lorefice -, arcivescovo di Palermo: certamente molto dipenderà da come le nuove norme saranno attuate e rese concrete, la vera scommessa è proprio questa”.

Bisogna fare in fretta perché “il fenomeno dello spaccio di crack e delle droghe sintetiche cresce a ritmo esponenziale e si conferma un lucroso affare per la mafia che torna a investire nel mercato degli stupefacenti non soltanto nelle grandi città ma anche nei piccoli centri”.

Le associazione impegnate sul campo hanno trovato in don Corrado tutto il supporto necessario contro la peste di Palermo che colpisce i giovani e ingrassa la criminalità. Zavatteri ha perso un figlio, Giulio, morto a 19 anni per overdose il 15 settembre 2022: “Sono felice che la Regione si sia dotata di uno strumento legislativo per fare prevenzione fra i giovani che spesso sono affascinati dal mondo della trasgressione spesso senza senza rendersi conto di ciò che comporta e delle conseguenze”.

Zavatteri vive quello che egli stesso chiama “l’ergastolo della sofferenza”. Chi perde un figlio “resta segnato a vita, ma Giulio è un esempio per comprendere che la droga è una strada senza uscita. Se ci fossero state le strutture e le competenze oggi sarebbe con noi”.

Ed ecco la sfida e l’impegno che non si ferma al voto di oggi: “È un inizio, dobbiamo lavorare tutti, la strada è in salita. Comprendere le dinamiche per cui i giovani arrivano a usare le sostanze è veramente difficile. C’è un malessere, dietro un malessere c’è un vuoto che si cerca di compensare con queste droghe che non miglioreranno le cose e creano ulteriore sofferenze”.

Dopo il voto sarà “importante vigilare che non diventi un business ma che le risorse siano indirizzate al recupero e alla prevenzione perché tanti ragazzi non sono consapevoli di ciò che può succedere”.


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