Cronaca

Palermo, ‘falsi nei bilanci del Comune’: interrogato Orlando

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16 Febbraio 2022, 16:01

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PALERMO – Con i numeri su cui si basano i bilanci il sindaco non c’entra. Se colpe ci sono state, non sono a lui addebitabili. Così Leoluca Orlando si è difeso nell’ambito dell’inchiesta che lo vede indagato insieme ad altre 23 persone, fra ex assessori, dirigenti e capi area del Comune di Palermo. (Qui tutti i nomi).

Orlando è stato convocato per l’interrogatorio lo scorso 22 gennaio, ma Livesicilia ha appreso la notizia solo adesso. Si è presentato accompagnato dal suo legale, l’avvocato Roberto Mangano. A convocarlo sono stati il procuratore aggiunto Sergio Demontis e i sostituti Giulia Beux e Andrea Fusco.

Interrogato durante l’anno giudiziario

Lo hanno interrogato nel giorno in cui al Palazzo di giustizia si celebrava l’inaugurazione dell’anno giudiziario. Orlando si è difeso facendo una netta distinzione fra il suo ruolo di guida politica e quello dei dirigenti che hanno a che fare con i bilanci.

Gli viene contestata l’ipotesi di falso materiale in atto pubblico. Falsi sarebbero i numeri delle entrate e delle uscite poi inserite nei bilanci approvati negli anni 2016, 2017, 2018 e 2019. Ed ecco il cuore dell’interrogatorio del sindaco: se errori sono stati commessi a monte non possono certamente essere imputati al primo cittadino.

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“L’organismo politico non c’entra”

L’elaborazione dei bilanci non dipenderebbe dall’organismo politico. Nulla sapeva il sindaco, così ha ribattuto Orlando, delle operazioni contabili. Il riferimento e alle “previsioni di entrate sovrastimate” se cui, secondo la Procura, si reggeva il bilancio di Palazzo delle Aquile. I dati considerati falsi sarebbero stati inseriti nelle proposte di delibera della giunta comunale per l’approvazione dello schema del bilancio di previsione.

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Nessuna colpa, se colpe ci sono state, da parte del sindaco. Neppure nella “direttiva imperativa e vincolante” con cui Orlando dispose che le società partecipate Amat, Rap e Amap stralciassero crediti milionari vantati nei confronti del Comune e non riconosciuti da quest’ultimo. Una scelta che risponderebbe ad un “indirizzo giurisprudenziale”.

Interrogato il sindaco, adesso la Procura decidere nei confronti di quali indagati chiedere il rinvio a giudizio.

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16 Febbraio 2022, 16:01

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