07 Febbraio 2022, 19:00
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PALERMO – Esercizio arbitrario delle proprie ragioni. Un farmacista piombò in casa della ex moglie con una manovra spericolata per ribadire che l’immobile era suo ed era la donna a dovere fare i bagagli.
Ora è stato condannato a 400 euro di multa e al pagamento di una provvisionale di 6.000 euro in favore della donna, parte civile con l’assistenza degli avvocati Mauro Torti e Corrado Nicolaci, oltre alle spese processuali. Stessa pena è stata inflitta all’uomo che lo aiutò nell’incursione.
Ricostruzione surreale, solo che è tutto vero. Era un giorno di settembre del 2014. Il farmacista, F.T., ed il suo amico, M.D.B., si presentarono a casa di una condomina nel bel palazzo del centro città. Mostrarono un tesserino della polizia, una patacca. Dovevano calarsi con la scala fin nel terrazzo dell’ex moglie. Non sopportavano, così sostiene l’accusa, che avesse dovuto rinunciare all’immobile.
Così fecero, poi scardinarono la porta di ingresso e fecero irruzione nell’appartamento. La domestica sentì i rumori di chi armeggiava con il cacciavite, ma quando si accorse di cosa stesse accadendo il farmacista era già entrato in casa.
Volarono parole grosse e insulti. La domestica fu messa alla porta. Tutti e due chiamarono la polizia. Arrivò anche l’ex moglie che in quella casa aveva diritto di abitare. Alla fine l’ex marito è colui che ha pagato il prezzo più alto.
Nel corso del processo è emerso che era stato il marito ad abbandonare il tetto coniugale. Inoltre la casa era formalmente intestata all’uomo, ma di fatto era stata acquistata dalla famiglia della moglie. La condanna è del giudice onorario Provvidenza Di Grigoli.
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07 Febbraio 2022, 19:00