Palermo, niente attesa per parenti e amici di Gulotta al Policlinico

Palermo, niente code per parenti e amici di Gulotta al Policlinico

Due persone segnalate all'attuale rettore dell'Università

PALERMO – “C’è un ingiustificato superamento delle liste di attesa”, ha messo a verbale Calogero Porrello, il medico che per primo ha denunciato il “sistema Policlinico di Palermo” che ruotava attorno alla figura di Gaspare Gulotta, ex direttore della Chirurgia universitaria.

Visite, esami e ricoveri: non tutti rispettano il turno. Senza l’aiuto di colleghi ed amici Gulotta non avrebbe potuto esercitare il suo potere. Il telefono squillava e lui si attivava. Alcuni pazienti venivano registrati e pagavano il ticket; altri invece arrivavano in ospedale ed andavano via senza lasciare traccia, come fossero dei fantasmi. Il favore era doppio: niente prenotazione al Cup e lista di attesa e niente pagamento.

“I favoritismi per amici e parenti all’interno del Policlinico sono così frequenti tra gli operatori sanitari tali da diventare una regola non scritta dettata da un reciproco do ut des”, annotano i carabinieri del Nas nell’informativa consegnata al procuratore aggiunto Sergio Demontis e obbligatoriamente depositata agli atti dell’inchiesta.

Tra coloro che avrebbe risposto alle sollecitazioni di Gulotta vengono indicati il dottore Salvatore Cavallaro, il professore Francesco D’Arpa e il professore Giorgio Romano. Quest’ultimo, scrivono i carabinieri, in particolare si “presta ad eseguire esami endoscopici extra per i clienti di Gulotta”.

Clienti e amici che si rivolgevano a Gulotta quando avevano un problema di salute. Lo raggiungevano nel suo studio privato a Santa Margherita Belice, in provincia di Agrigento, nel suo studio universitario oppure lo contattavano al telefono. Poi Gulotta, oggi in pensione, si attivava con i colleghi per accorciare i tempi di attesa.

Due persone le segnalò al professore Massimo Midiri, che nel 2019 era il direttore del Dipartimento diagnostica per immagini del Policlinico e oggi è il rettore dell’Università di Palermo. Midiri non è indagato. “È il fratello di un grande amico mio”, disse Gulotta a Midiri per raccomandargli l’esecuzione di una Tac. E Midiri rispose: “La facciamo, non ti preoccupare, ora chiamo Brancatelli e ti faccio sapere… ti richiamo io e senza contrasto giusto?… torace senza invasale “.

Poco dopo lo informò: “Domani pomeriggio, alle cinque, deve cercare del dottore Lo Re… gliela fa lui, va bene?”. “Grazie di cuore”, rispose Gulotta che avvertì l’amico: “Domani, vi attendono in Radiologia, a nome mio e del professore Midiri”. Di solito per un esame del genere non si attende meno di 30 giorni. Il ticket risulta pagato, ma la Tac è stata eseguita un’ora dopo la prenotazione.

“Urgentissima” era la risonanza magnetica che doveva eseguire il figlio di un “grande amico” di Gulotta che girò la richiesta a Midiri il 4 dicembre 2019. “Non ha potuto farla, ora gliel’hanno spostata al 19”: c’era stata la concomitanza con altri esami specialistici. “Perché è proprio una persona che mi interessa”, insisteva Gulotta. Era preoccupato per le condizioni di salute del giovane: “Ha valori altissimi”. Midiri: “Vabbè allora gliela facciamo rapidamente. La richiesta la possiamo avere giusto, del curante?… “. No, non si poteva perché risultava una precedente prenotazione in un altro giorno. “Dammi un’oretta, perché sono a Palazzo Steri, poi ti richiamo e ti do la data”, disse Midiri.

Il rettore, quando si è saputo dell’inchiesta che riguarda anche il controllo da parte di Gulotta dei concorsi per nuovi medici, è intervenuto con una nota: “Ateneo sano, presto nuove regole”.

L’elenco dei pazienti “raccomandati” da Gulotta ad altri colleghi è lungo. Ci sono l’antiquario e il maresciallo dei carabinieri, l’operaio che aveva lavorato alla ristrutturazione della casa del chirurgo, l’insegnante di ginnastica, il cognato di un importantissimo magistrato del Tribunale di Palermo e il cognato di un giudice del Tar. Nel caso del giudice penale Gulotta telefonò subito al primario dell’Area di emergenza, Vittorio Giuliano: “Da voi c’è un certo, è il cognato del giudice… dovrebbe avere una colica… lo fai ricoverare”. Risposta di Giuliano: “Subito, senza esami te lo ricovero”.

Si tratterebbe di un passaggio che conferma le dichiarazioni di Porrello, il quale nella denuncia che ha dato il via alle indagini ha raccontato che il transito dal Pronto soccorso era l’espediente per dare una parvenza di legalità ai desiderata di Gulotta.

A volte erano gli stessi colleghi medici di Gulotta o dirigenti ospedalieri ad eseguire interventi personali problemi di salute. Senza ticket o prenotazione, naturalmente.

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