02 Dicembre 2024, 14:43
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PALERMO – Ogni tanto spunta qualcosa a ricordarci che esiste un tesoro ancora nascosto. È il tesoro che il boss di San Lorenzo, Salvatore Lo Piccolo, è riuscito a nascondere prima di essere arrestato nel 2007.
Stavolta si parla di un terreno e un distributore. Il primo è stato sequestrato nei giorni scorsi contestualmente all’arresto di Salvatore Mario Lo Piccolo che si era trasferito a Genova. Il secondo non è stato ancora individuato.
Di entrambi si parlava nei pizzini che Salvatore Mario Lo Piccolo aveva inviato ad un altro Lo Piccolo, Sandro, figlio di Totuccio “il barone” e arrestato nel 2009 assieme al padre nella villetta di Giardinello.
Quando a Salvatore Mario, condannato due volte per mafia, furono confiscati l’impresa di trasporti e i mezzi prese carta e penna per tranquillizzare Sandro Lo Piccolo: “… il terreno neanche ne parlano (nella lista dei beni confiscarti ndr) perché per fortuna non l’avevamo intestato… tutti i passaggi ci consigliamo con il nostro fratellone (Calogero Lo Piccolo, altro figlio di Salvatore ndr)… anche per il distributore ci stiamo pensando”.
Chi ci stava pensando? Dall’arresto di Salvatore e Sandro Lo Piccolo, oggi all’ergastolo, e di Calogero (nel 2018 partecipò alla riunione della nuova cupola) le indagini hanno trovato tracce del patrimonio dei boss di Tommaso Natale fra Svizzera, Lussemburgo e Gran Bretagna.
Un tesoro che varrebbe quasi 70 milioni di euro: così sembrava emergere da un pizzino ritrovato il giorno dell’arresto dell’architetto Giuseppe Liga, successore dei Lo Piccolo e mente finanziaria del mandamento mafioso.
ll giorno che padre e figlio furono arrestati avevano la contabilità del pizzo. Un milione e mezzo di euro per il solo 2009. I pentiti hanno riferito che i soldi transitavano da conti correnti intestati a persone sconosciute e aperti in diverse agenzie bancarie.
Di affari in corso ce n’erano parecchi e probabilmente se ne discusse l’11 agosto 2003 quando i poliziotti della Squadra mobile filmarono un summit in un ristorante a Torretta. C’erano anche gli eredi degli Inzerillo di Passo di Rigano.
Tutti seduti attorno a uno stesso tavolo e agli ordini di Totuccio Lo Piccolo, il boss che aveva preso in mano l’intera Cosa Nostra palermitana con la forza del suo esercito e del denaro. L’esercito è stato smembrato a colpi di blitz. Il denaro è nascosto chissà dove. Ogni tanto spunta qualcosa, come il terreno di cui si sarebbe occupato l’uomo arrestato nei giorni scorsi.
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