22 Novembre 2021, 17:42
1 min di lettura
PALERMO – I catalizzatori delle marmitte spesso valgono più delle vecchie auto su cui sono montati. I ladri lo hanno capito in fretta e soprattutto prima degli altri. Ed ecco il susseguirsi di furti. L’ultimo è avvenuto domenica notte in via Galletti ad Acqua dei Corsari.
I carabinieri hanno seguito i movimenti di Amedeo Spinelli, 25 anni, fino a quando non si è infilato sotto una macchina parcheggiata per smontare la marmitta. Lo hanno colto sul fatto, mentre passava la refurtiva ad Alessandro Lo Muto, 24 anni. Sono stati processati per direttissima e hanno patteggiato una condanna a 8 mesi, pena sospesa.
Le cronache raccontano di un susseguirsi di casi. Prima di domenica, il mese scorso una donna aveva denunciato il furto della marmitta della sua Fiat 600 mentre faceva shopping al centro commerciale La Torre. A settembre un palermitano e un ucraino sono stati sorpresi in corso dei Mille mentre armeggiavano sotto una Fiat Multipla. Qualche settimana prima un altro palermitano aveva preso di mira una Fiat Punto parcheggiata in via Pitrè.
Altri furti sono stati denunciati in via Venere a Mondello, ma anche in provincia, a Campofelice di Roccella, Capaci e Villabate. Il caso più eclatante risale allo scorso luglio, quando due palermitani furono fermati mentre si stavano imbarcando a Genova. In un furgoncino c’erano 150 marmitte razziate in Liguria. Un bottino di tutto rispetto.
Attraverso un procedimento chimico-fisico è possibile estrarre dai componenti interni minuscole ma preziosissime quantità di metalli (fino a 3 g). Sono rodio (usato per placcare i gioielli, valutato 700 euro a grammo), palladio (70 euro al grammo, utilizzato in elettronica, odontoiatria e gioielleria) e platino (35 euro al grammo). E così la marmitta di una vecchia Polo può valere fino 700 euro, di una Yaris 300 euro.
Pubblicato il
22 Novembre 2021, 17:42