Palermo-Gela-New York | Relazioni mafiose e mister X

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20 Novembre 2017, 05:56

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PALERMO – Da Gela a New York, passando per Palermo. Una rete di relazioni tiene in piedi Cosa nostra e ammorba la vita di tutti i giorni. Le storie della recente Cosa nostra si popola di personaggi misteriosi. Gente che conta, ma se ne sta in disparte e si fa sotto quando vale davvero al pena di correre qualche rischio.

Carmelo e Alessandro Giannone, padre e figlio, imprenditori gelesi del settore ittico, vantavano un credito. Quaranta mila euro che un imprenditore di Porticello, borgata marinara ad una manciata di chilometri da Palermo, non aveva intenzione di onorare. I Giannone, che da alcune settimane si trovano in carcere su richiesta del procuratore antimafia di Caltanissetta Amedeo Bertone e dell’aggiunto Lia Sava, chiesero l’intervento di qualcuno a cui era difficile dire di no.

Quel qualcuno è Salvatore Rinzivillo, l’ultimo membro del potentato mafioso gelese ad essere finito in carcere. Rinzivillo sapeva come muoversi anche lontano dalla provincia di Caltanissetta. E suggeriva al più grande dei Giannone di rivolgersi ad Antonio Giovanni Maranto: “Domani perché non ci vai là con Antonino… dal fasolaro”. Maranto viene piazzato dagli investigatori nel clan palermitano di Santa Maria di Gesù. Un gelese che conta sull’aiuto di un palermitano. È una delle relazioni scoperte dalla Procura di Caltanissetta e dagli agenti della Squadra mobile. È la spia di un mondo sommerso che si manifesta ogni qualvolta ci sia da sbrigare una faccenda delicata o avviare un affare.

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I Giannone, dunque, si rivolsero a Rinzivillo che allertò Maranto. A completare la catena della comunicazione sono altri due palermitani noti e un tale Vincenzo. Vincenzo è un pezzo grosso, ma soprattutto è uno dei tanti personaggi non identificati che popolano il mondo sommerso di Cosa nostra.

A Palermo, per la precisione nel rione Falsomiele, Rinzivillo incontrava anche Alessandro Imparato, persona già note alle forze dell’ordine, che è stato monitorato durante alcune trasferta in territorio gelese. C’era un gran viavai a Gela e dintorni. Un capitolo delle indagini riguarda le relazioni oltreoceano di Rinzivillo in contatto con il boss italo-americano Lorenzo De Vardo, residente a New York. Si discuteva di affari, in particolare dell’apertura di “venti botteghe qua” per vendere “quelle cose di cristallo”. Un altro articolo sull’argomento viene dedicato dal numero del mensile S in edicola.

 

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20 Novembre 2017, 05:56

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