09 Maggio 2024, 06:30
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PALERMO – Il raddoppio dei gettoni di presenza nelle circoscrizioni non si poteva fare, o almeno non subito, e quindi ora al Comune di Palermo tocca farsi restituire migliaia di euro da presidenti e consiglieri. Sono ore di fibrillazione per i parlamentini di quartiere della quinta città d’Italia, saltati letteralmente sulla sedia dopo aver letto una nota della Ragioneria generale e decisi a dare battaglia.
La questione non è certo nuova. L’anno scorso Palermo, così come moltissimi altri comuni dell’Isola, ha deciso di attuare una norma che consentiva di raddoppiare indennità e gettoni di presenza per sindaco, assessori e consiglieri comunali.
Un percorso in realtà assai accidentato, visto che la Sicilia non solo ha recepito in ritardo una legge nazionale ma lo ha fatto anche male, finendo per dover intervenire sia nel collegato bis del 2023 che in quello legato alla Finanziaria di quest’anno.
Il problema è sorto proprio per i quartieri, dove indennità e gettoni sono da sempre parametrati a quelli di assessori e consiglieri comunali. La norma che ha previsto l’aumento, però, non ha (almeno inizialmente) citato in modo esplicito anche le circoscrizioni, dando luogo a interpretazioni diverse.
Palermo ha adottato da subito l’aumento, nonostante le perplessità degli uffici contabili, e Messina no, col risultato che l’assessorato agli Enti locali a ottobre ha diramato una circolare dando ragione al Comune peloritano. Palazzo delle Aquile ha comunque tirato dritto, concedendo l’incremento: 1.700 euro lordi in più ai presidenti (che arrivano così a 3.588, cioè il 40% di un assessore) e un gettone per i consiglieri passato da 48,8 a 97,6 euro, per un massimo di 1.794 euro lordi al mese.
Tutto liscio, quindi? No, perché alla fine della scorsa settimana la Ragioneria generale del comune di Palermo ha dato un nuovo stop. La Regione ha messo a disposizione sette milioni di euro per aiutare gli enti locali a pagare gli aumenti e, per attingere al riparto, Palazzo delle Aquile deve partecipare a un apposito avviso.
Gli uffici diretti dal Ragioniere Bohuslav Basile hanno però colto l’occasione (basandosi proprio sull’avviso) per ribadire che le delibere di giunta e consiglio del 2023, che avevano esteso gli incrementi anche ai quartieri, presentano “aspetti di illegittimità” nelle parti che riguardano proprio l’aumento per le circoscrizioni.
Dal momento che il riferimento esplicito alle circoscrizioni è stato inserito soltanto nel collegato dello scorso febbraio, le delibere del 2023 non potevano essere approvate “in ragione dell’assenza di una norma primaria che autorizzasse gli aumenti; assenza colmata dal legislatore regionale con la promulgazione della legge 3 del 2024”.
Il risultato è che non solo il Comune non presenterà domanda per partecipare al riparto ma, e qui sta la nota dolente, bloccherà i pagamenti di indennità e gettoni aumentati e chiederà agli interessati (80 persone in tutto) la restituzione di quanto percepito finora in più. Si tratta di circa mille euro al mese per ogni presidente, da settembre a oggi, e di 600 euro circa a consigliere.
Una notizia che ha mandato in fibrillazione i parlamentini di quartiere, ormai sul piede di guerra. L’assessore al Bilancio Brigida Alaimo ha annunciato la convocazione di una riunione con gli uffici, ma i consiglieri intanto si preparano alla battaglia e sono pronti a chiedere l’intervento del consiglio comunale.
Il Comune potrebbe essere costretto ad approvare una nuova delibera di consiglio per concedere l’aumento ai presidenti di circoscrizione, che non avrebbe però effetto retroattivo e non escluderebbe il recupero delle somme già percepite.
Peggio potrebbe andare ai consiglieri: la norma regionale prevede sì l’aumento ma alle condizioni di un decreto del ministero dell’Interno del 2000 che cita solo i componenti dei consigli delle circoscrizioni “a cui sono assegnate funzioni amministrative decentrate”, caso in cui non rientra Palermo. Il risultato è, secondo gli uffici, che “non si potranno più esitare i provvedimenti che si discostino dall’importo di 48,8 euro per singola seduta”. Insomma, addio aumento.
“I consiglieri di circoscrizione sono le vere sentinelle del territorio, primo punto di contatto e di sfogo da parte dei cittadini, riferimenti importanti senza i quali spesso e volentieri non potremmo neppure arrivare alla soluzione di piccoli e grandi problemi”. Lo dicono i consiglieri della Democrazia cristiana al Comune di Palermo: Domenico Bonanno, Viviana Raja, Salvatore Imperiale, Giovanna Rappa e Salvatore Di Maggio.
“In una grande città come la nostra – aggiungono -, la mancanza di un vero decentramento amministrativo appare una contraddizione oltre che un’assurdità cui si deve assolutamente porre fine. Chi rappresenta l’amministrazione nei quartieri della città, chi ascolta quotidianamente le lamentele e le richieste di aiuto dei cittadini, chi garantisce presenza e ci permette di avere un contatto diretto e forte con il territorio merita rispetto, strumenti e legittimazione”.
E infine: “Come gruppo consiliare siamo al fianco dei consiglieri delle otto circoscrizioni della città e continueremo a lavorare, come fatto fino ad ora, per tutelare il loro ruolo, l’importanza della loro funzione e la dignità politica e amministrativa che meritano, oltre che gli interessi dei cittadini che da un vero decentramento potrebbero avere soltanto giovamento e miglioramento dei servizi”.
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09 Maggio 2024, 06:30