Palermo handicappata

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08 Febbraio 2011, 07:39

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La prostituzione di Palermo passa anche per la violenza quotidianamente subita dalle persone disabili. Li chiamiamo così, secondo manuale, ma dentro, nei nostri luoghi innominabili, sono sempre “gli handicappati”, con una sfumatura d’odio. L’handicappato ha il privilegio di posteggiare in un angolo riservato. E noi, palermitani di lungo corso, contrastiamo il suo movimento lieve, occupandogli abusivamente spazio vitale, negandogli lo stato in luogo. L’handicappato avrebbe dei piccoli slarghi ricavati sul marciapiede, per oltrepassare il medesimo con la sua carrozzina. E noi, palermitani di antico pelo, sovrastiamo anche quelli, con le nostre marmitte, con le nostre ruote. Per le persone disabili, la città è un riccio che protende i suoi aculei bastardi contro ogni tentativo di aggregazione e di integrazione. Ci sono centinaia di uomini e donne in carrozzina che spingono il loro cuore ai margini del nostro colpevole silenzio. E’ il loro cielo che batte a nostra perenne vergogna.

Io ne conoscevo uno. Aveva coraggio. Finché gli è toccato di vivere, il ragazzo di cui si parla è uscito di casa ogni mattina, senza gambe in uso, per affontare Palermo a fauci spalancate. Al levare del sole, cominciava il suo dribbling, iniziavano le sue finte per sconfiggere l’indifferenza palese e l’odio nascosto. Era un magnifico Garrincha sulle rotelle. Sì, finte e controfinte tra i tubi di scappamento, dentro gli sguardi rasoterra, perforando animi duri come macigni. E le parole della gente perbene: quelli che la macchina la spostavano dal parcheggio riservato, dopo mille rimproveri,  borbottando: “Siete fortunati”, i commessi dei negozi che non capivano, la ruota finale sul marciapiede. Una continua negazione del diritto di esistere.

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Ieri è stata presentata la guida per i disabili, ad opera di Igor Gelarda, uno spirito nobile che da anni combatte. I fatti sono raccapriccianti e raccontano una Palermo quasi del tutto priva di strutture ricettive, ma, in compenso, colma di barriere per le carrozzine. Lo sapevamo, lo vediamo ogni giorno. Pensiamo che questo sia uno dei compiti più urgenti del prossimo sindaco: ridare dignità urbana ai disabili di Palermo. Educare gli altri al rispetto, alla condivisione. Una città che piazza muri ovunque non è più nemmeno una città, è un lager. E in un lager ci sono solo schiavi. Che camminino o no.

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08 Febbraio 2011, 07:39

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