21 Dicembre 2022, 12:30
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PALERMO – Sono tornati a manifestare per le strade di Palermo i percettori del reddito di cittadinanza, i percettori si scagliano contro la stretta del governo Meloni. Il governo dirà, dopo sette mesi, stop al sussidio per i disoccupati tra i 18 e 59 anni che potranno lavorare e non hanno a carico minori, disabili o anziani perderanno il sussidio nel 2023, dopo sette mesi.
I manifestanti, meno numerosi di quelli già scesi in piazza il mese scorso e che hanno esposto lo striscione con scritto “Lavoro immediato o il reddito non si tocca” oltre alcuni cartelli chiedendo anche aiuto a Santa Rosali, guidati dagli organizzatori Davide Grasso, Tony Guarino e Giuseppe De Lisi, sono partiti dal Castello della Zisa, per raggiungere, al grido di “lavoro e dignità” il palazzo della Regione. M
“L’obiettivo è quello di far ottenere a tutti i percettori del reddito un lavoro – dichiara Davide Grasso -. Per noi il reddito può essere tolto, l’importante è garantire un lavoro a chi perderà il sussidio a luglio, che è l’unica forma di sostentamento che adesso per adesso i poveri. Il governo non può permettersi di calpestare la dignità sociale senza dare alternativa“. Davide Grasso si è anche soffermato sulla piattaforma Ido (Incontro Domanda/Offerta) della Regione Siciliana, dove è possibile visionare le offerte lavorative, questa però presenta alcune lacune perché “sono presenti solamente 73 offerte di lavoro“.
“Ci saranno altri quattro step contro il governo Meloni che ha dichiarato guerra al popolo – annuncia Tony Guarino -. Fra sette mesi queste persone resteranno in mezzo alla strada e noi non lo permetteremo. Chiediamo alla Meloni di venire qui a Palermo e toccare con mano la realtà. Non lo permetteremo, continueremo all’infinito finché non si renderà conto che questa gente è arrabbiata“.
“Questa misura ci ha dato dignità, quella che il governo vuole toglierci. Ai parlamentari viene distribuito un bonus da 5mila euro per acquistare smartphone o pc, che è pari ad un anno di sussidio per un percettore – spiega Pasquale D’Amico che percepisce il reddito – . Loro ci definiscono parassiti, ma non sono in grado di sviluppare lavoro in questa terra. Noi siamo occupabili, voi non siete stati in grado di creare occupazione, ci avete ridotto alla disperazione“.
“Siamo stanchi di essere sfruttati, il reddito ci permette di non esserlo più e di dire basta – spiega Pietro Salamone che percepiva il reddito – . I giovani non possono subire quello che abbiamo subito noi; lavorare per niente ed essere schiavi. Noi mandiamo i nostri figli a studiare per andare al lavoro per cinquecento euro al mese“.
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21 Dicembre 2022, 12:30
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