10 Gennaio 2020, 06:30
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PALERMO- Non vince il sindaco Orlando, che è costretto a modificare la sua ordinanza. Non vince l’assessore Giusto Catania, che non avrebbe voluto lo slittamento. Non vince la maggioranza, che riesce a farsi ascoltare dall’amministrazione ma con un mese di ritardo. Non vincono le opposizioni, che avrebbero potuto stravolgere l’atto. Non vincono i commercianti che avrebbero voluto meno restrizioni, ma nemmeno quei residenti che pretendevano da subito regole più rigide. O, come spesso capita, forse vincono tutti.
La Ztl notturna di Palermo si è rivelata un pasticcio peggiore di quanto si potesse immaginare, una palude in cui il comune di Palermo è finito goffamente e da cui è uscito in modo ancor più difficoltoso. Alla fine l’ordinanza che impone le restrizioni al traffico slitterà, probabilmente al 31 gennaio, e cambierà in base alle “stagioni”: da maggio a novembre partendo alle 20 di venerdì e sabato, da novembre ad aprile posticipata alle 23. E’ questo il frutto della mediazione raggiunta dal sindaco Orlando non con le opposizioni, cosa che sarebbe stata più che lecita, ma con la sua stessa maggioranza.
Già perché il Professore, che a dicembre aveva sbattuto i pugni sul tavolo con i suoi stessi consiglieri dicendo “decido io, punto e basta”, stavolta ha dovuto battere in ritirata: di fronte alle proteste dei renziani, pronti a far saltare il tavolo e che sono riusciti a far emergere i mal di pancia anche dei fedelissimi (nonostante il voto positivo dei propri assessori), il primo cittadino ha sacrificato la difesa a oltranza della Ztl sull’altare della tenuta della maggioranza. Una maggioranza che rischiava seriamente di sfaldarsi, forse per la prima volta in tanti anni, e di far passare una sfiducia all’assessore Catania che le opposizioni proveranno (senza convinzione) a prelevare oggi alle 11.
L’ordinanza, anche senza una revoca formale, difficilmente sarebbe partita il 10 gennaio, non fosse altro che per l’assenza della segnaletica stradale. Ma il tema è più politico che pratico. Il sindaco ha dovuto incassare il “no” dei renziani guidati da Tamajo, ha dovuto mediare in prima persona incontrando a più riprese maggioranza e opposizioni, accettare un compromesso e alla fine è entrato in Aula solo dopo che è stato prelevato il provvedimento. E come se non bastasse, al termine di una seduta fiume e senza un accordo trasversale che gli avrebbe consentito di far partire comunque l’ordinanza così come previsto, ha accettato di modificarla per non dispiacere la maggioranza.
Una vicenda che però si può leggere in più modi. Perché volendo guardare il bicchiere mezzo pieno, il sindaco ha centrato l’obiettivo della Ztl notturna concedendo in cambio modifiche tanto piccole da scontentare le associazioni dei commercianti e parte dei residenti. “Non arretriamo di un millimetro, si parte entro gennaio”, ha sentenziato con un comunicato.
Può brindare, ma solo a metà, l’assessore Catania che ha difeso a spada tratta il provvedimento e, nei vertici ristretti, ha chiesto di non farlo slittare: mercoledì sera si è chiuso nella stanza del sindaco ed è entrato in Aula solo col Professore, ha dovuto ingoiare il rospo ma alla fine ha tenuto il punto ottenendo l’orario delle 20 da maggio a novembre, cioè nel periodo più caldo della movida. E il tutto senza mai rischiare concretamente la sfiducia, che oggi dovrebbe essere poco più di una formalità.
La maggioranza è riuscita a imporsi ma lo ha fatto con enormi sacrifici, senza ottenere consensi tra i commercianti e con un mese di troppo, passando settimane di tribolazione che hanno rischiato di mettere i bastoni fra le ruote al consolidato e alle stabilizzazioni. Non va meglio alle minoranze non troppo compatte che, numeri alla mano, avrebbero potuto modificare l’ordinanza con molta più incisività, farla slittare ben oltre gennaio e impallinare Catania e i suoi progetti sulla mobilità, ma che possono sempre rivendicare il risultato di aver costretto il sindaco a ore di estenuanti trattative, di aver ottenuto dei cambiamenti e senza “sporcarsi le mani” con un accordo difficile da far digerire al proprio elettorato.
Insomma, malgrado tutti abbiano almeno un motivo per festeggiare la Ztl notturna si è trasformata in un Calvario ed è stata caricata di enormi aspettative: perché se, nonostante le restrizioni al traffico, il problema della movida rimarrà invariato (cosa probabile, senza controlli serrati e una razionalizzazione delle licenze), la questione riesploderà già nei prossimi mesi.
Tutto qui? No, perché il documento messo a punto dalla maggioranza e fatto proprio dal sindaco contiene anche altro: l’avvio della Ztl2, la pavimentazione delle aree pedonali, la totale chiusura al traffico del percorso Unesco, i varchi tele-controllati, misure per via Roma. Un elenco dei desideri da realizzare in poco tempo, quando ormai siamo entrati nella seconda fase dell’ultima sindacatura, con maggioranza e opposizione già proiettate nel dopo-Orlando.
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10 Gennaio 2020, 06:30