29 Giugno 2023, 14:05
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PALERMO – Le intercettazioni insieme alle immagini videoregistrate provano “la costante condotta illecita adottata dall’indagata” che si è appropriata “in modo spregiudicato e spudorato di diversi generi alimentari e di prodotti destinati alla mensa scolastica” acquistati con i fondi dell’Unione Europea.
E’ duro il giudizio del tribunale del Riesame di Palermo che ha depositato le motivazioni del provvedimento col quale ha confermato gli arresti domiciliari per Daniela Lo Verde, la preside nota per le sue battaglie di legalità, accusata di essersi impossessata dei beni della mensa scolastica e di dispositivi elettronici destinati ai ragazzi.
L’inchiesta, coordinata dai pm della sezione palermitana della Procura europea Gery Ferrara e Amelia Luise, competenti sui reati ai danni dell’Ue, portò agli arresti anche del vicepreside Daniele Agosta e della dipendente di un negozio di informatica. I giudici parlano dunque di “modalità spregiudicate, illecite e disinvolte” della donna immortalata dalle cimici mentre saccheggiava la mensa “come se stesse al supermercato”.
La preside, poi sospesa dal ministero, per il tribunale non avrebbe esitato a coinvolgere la figlia “appropriandosi costantemente di beni di vario genere destinati alla mensa o alle attività scolastiche – scrive il collegio – senza farsi nemmeno lo scrupolo di somministrare agli alunni cibo ormai scaduto”. I giudici parlano, infine, di “pervicacia e ostinazione” della Lo Verde.
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29 Giugno 2023, 14:05