18 Ottobre 2024, 19:02
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PALERMO – “Vincenzo Di Noto?”; “Presente”, ha risposto l’imputato alla chiamata del giudice del Tribunale Livio Fiorani. Il punto è che nessuno lo aveva autorizzato a lasciare gli arresti domiciliari dove si trova detenuto per un altro processo.
Qualche tensione, qualche imbarazzo. Alla fine il giudice ha trasmesso gli atti al pubblico ministero Giulia Amodeo. Inevitabile una nuova denuncia per evasione.
Di Vincenzo è imputato assieme al fratello per il caos scoppiato alla Casa di cura Triolo-Zancla di Palermo nel 2021. Una donna di 21 anni aveva partorito un figlio morto.
Per difendere dalla reazione dei parenti medici e personale sanitario si erano barricati dentro la struttura, ma alcuni familiari erano riusciti a fare irruzione, distruggendo attrezzature e aggredendo fisicamente due dipendenti e il responsabile dell’Ostetricia.
Il direttore sanitario della casa di cura, Luigi Triolo, e i sanitari aggrediti sono parte civile con l’assistenza degli avvocati Mauro Torti e Gabriele Butera nel processo convocato per stamani.
Stamani l’imputato ha provato a giustificarsi. “Sono autorizzato”, ha detto. Il tempo di fare una ricerca e si è scoperto che l’autorizzazione ad uscire di casa c’era ma per un altro processo.
Il suo legale ha spiegato che si è trattato di un disguido. Tutto si è svolto in assoluta buona fede tanto che Di Noto prima di scendere da casa per andare in tribunale ha chiamato i carabinieri per avvertirli. Era convinto che il suo permesso valesse anche per il processo di oggi.
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18 Ottobre 2024, 19:02