Palermo, l'infermiera No Vax e quei giorni 'a rischio'

Palermo, l’infermiera No Vax e quei giorni ‘a rischio’

Parla il commissario Costa: "I pazienti saranno contattati uno per uno".
HUB DELLA FIERA
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“La situazione è sotto controllo, nessun allarmismo. Stiamo contattando, uno per uno, i pazienti che hanno incontrato l’infermiera no vax, non più di una cinquantina, e, per ognuno, faremo analisi approfondite”. Le parole del commissario all’emergenza Covid di Palermo, il dottore Renato Costa, tendono a rassicurare. Ma lo sgomento è grande.

Ci sono persone, come abbiamo raccontato QUI, che, nell’hub della Fiera, non sarebbero state vaccinate a loro insaputa. Un’infermiera, convinta “No Vax”, avrebbe disperso la dose in una garza fingendo di inocularla. Un evento estremamente inquietante e dal profilo drammatico per chi, convinto di avere ricevuto la protezione vaccinale, sarebbe stato, di fatto, scoperto.

“Sono soprattutto due i giorni sotto esame quelli in cui l’infermiera, che viene da un altro ospedale, ha lavorato da noi e si tratta di prime e seconde dosi- dice Costa – con il Cqrc, il centro della professoressa Di Gaudio, stiamo predisponendo tutte le analisi necessarie per comprendere quale sia il livello di protezione immunologica dei pazienti in questione. Invito tutti a non farsi prendere dal panico e a restare tranquilli”.

Un invito che non può cancellare il sentimento collettivo di stupore. Perché, comunque, questa storia dimostra che, nonostante le protezioni e gli accorgimenti messi a punto, c’era una zona scoperta nel sistema. Chi può garantire al cento per cento che che non sia accaduto in altre occasioni?

La nota della Fiera

L’Ufficio del Commissario ha diramato una nota ufficiale: “Purtroppo i nuovi sviluppi delle indagini rendono questa vicenda ancora più odiosa e amara. Pensavamo fosse solo una bieca storia di soldi e interessi personali, invece dall’inchiesta emerge che questa infermiera dell’ospedale Civico, che svolgeva occasionalmente turni vaccinali alla Fiera del Mediterraneo, non credeva nella scienza e ha messo le sue idee antiscientifiche davanti al suo lavoro e alla sua missione di protezione. Il prezzo di questo tradimento lo hanno pagato tutti quei cittadini che credevano di essere vaccinati e, nostro malgrado, lo paghiamo noi che, come hub, eravamo convinti di aver reso loro un servizio. Sarà nostra cura ritirare tutte le loro pratiche, contattarli uno a uno, verificare il loro stato immunologico, in collaborazione con il laboratorio Cqrc, diretto dalla professoressa Francesca Di Gaudio, e vaccinarli. Ringraziamo la Digos, alla quale abbiamo fornito fin dall’inizio tutto il supporto possibile, per aver fatto luce su questa sgradevole vicenda, in modo tale da spezzare una catena di ignobili raggiri che i cittadini non meritavano e di certo nemmeno noi e la causa che stiamo servendo”.


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