23 Ottobre 2024, 15:55
1 min di lettura
PALERMO – La “assoluta paralisi” dei lavori era evidente. Nella villa di Carini non si vedeva un operaio da mesi. L’ingegnere Pietro Cutrona continuava a rassicurare il cliente che presto si sarebbe risolto tutto.
Ed invece il padrone di casa si è trasformato in detective: ha fatto tutti gli accertamenti, affidandosi ad un consulente. Ha raccolto il materiale in un fascicolo, nel quale ha inserito le foto dell’immobile, e lo ha portato alla caserma della guardia di finanza.
Così è iniziata l’inchiesta sulla truffa del “Superbonus 110 per cento” che ha portato all’arresto del professionista di 53 anni, titolare della Ctr Building & Workshop. Per l’immobile di Carini Cutrona avrebbe ottenuto crediti di imposta per 240 mila euro certificando lavori in realtà mai eseguiti.
I finanzieri hanno fatto un sopralluogo: la villa è ancora allo “stato grezzo”. Nella relazione si legge: “Nessun opera di finitura, alcun impianto idrico, elettrico, termico e fotovoltaico” è stato realizzato.
Le indagini si sono estese agli altri cantieri gestiti da Cutrona. Si tratta di condomini in via Brancaccio, via Giuseppe Arcoleo, via Ammiraglio Rizzo e largo Cefalù a Palermo, e abitazioni private a Carini, Terrasini, Segesta e Misilmeri.
I finanzieri sono andati a casa dei residenti per i controlli. Le risposte sono state sempre le stesse: nessun lavoro (o quasi) ultimato laddove era prevista la sostituzione di infissi e tapparelle, impianto di climatizzazione e fotovoltaico.
Altri accertamenti sono in corso. Nel frattempo il giudice per le indagini preliminari Rosario Di Gioia ha imposto a Cutrona la misura cautelare degli arresti domiciliari con il braccialetto elettronico. Potrebbe inquinare le prove mettendo a posto i documenti proprio come avrebbe fatto falsificando le fatture per ottenere il credito di imposta.
Pubblicato il
23 Ottobre 2024, 15:55