23 Maggio 2014, 12:13
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PALERMO – Sono le 9.30 quando la nave della legalità approda a Palermo, un ritardo di un’ora rispetto alla tabella di marcia dovuto – come spiegherà pochi minuti dopo dal palco il presidente del Senato, Piero Grasso – “da un vento di scirocco che faremo diventare un vento che cambia l’Italia. Scusate ma non è dipeso da noi e certamente non è un ritardo della legalità”. Da lontano le immagini di sfoffa di Giovanni Falcone e Paolo Borsellino, illuminate dai raggi del sole e increspate dal vento rapiscono gli occhi, lo sguardo dei bambini palermitani giunti al porto per accogliere i coetanei arrivati da Civitavecchia e Napoli per commemorare il ventiduesimo anniversario della strage di Capaci. La nave si schiude, i 1500 piccoli “corsari della legalità e della speranza”– come ama definirli Maria Falcone, sorella del giudice ucciso da Cosa Nostra – toccano terra, sfilano scandendo il coro “Palermo è nostra e non di Cosa Nostra”, si uniscono agli studenti palermitani.
I palloncini vengono lanciati in aria, il cielo si riempie di bianco, verde e rosso, è il colore della speranza, è il colore dell’Italia. Mentre il coro della polizia municipale canta e le note dell’inno di Mameli il corteo si apre, i bambini invadono Palermo. In prima fila c’è il presidente del Senato Pietro Grasso, al suo fianco, il ministro dell’istruzione Giannini – al suo primo viaggio sulla nave della legalità -, il presidente della commissione nazionale antimafia Rosy Bindi, il presidente della Corte dei Conti Squitieri, il procuratore nazionale antimafia Franco Roberti, il procuratore di Catania Salvi, il vicepresidente di Confindustria Ivan Lo Bello e il presidente Rai Anna Maria Tarantola. E a Palermo, questa mattina, è arrivata anche una delegazione di studenti americani provenienti da New York e Washington.
Sul palco prende parola Maria Falcone. “Voglio ringraziare tutti i partecipanti, ma in particolare voglio ringraziare il presidente della Repubblica che ieri è andato a salutarvi al porto di Civitavecchia – dice accogliendo i ragazzi -. Al presidente della Repubblica vorrei dire poi, quello che alcuni anni fa mi disse il direttore dell’Fbi Louis Freeh. Giovanni Falcone rappresenta la personificazione del senso dello Stato. Ecco, Napolitano rappresenta oggi per noi la personificazione dello Stato”. Il microfono e la parola passano poi al procuratore nazionale antimafia, Franco Roberti. “La vostra presenza, il vostro sostegno sono preziosi – si rivolge ai bambini – siete la nostra speranza e un fortissimo motivo per continuare a impegnarci. Grazie di cuore”.
Ma lo sbarco della nave della legalità è anche l’occasione per accendere i riflettori sul delicato ruolo della scuola nella formazione dei giovani. Ci pensa il ministro dell’Istruzione, Stefania Giannini. “È questo il momento di investire formalmente la scuola di compiti che vanno oltre la cla dandole mezzi, sostegno e fiducia che forse sono mancati negli ultimi anni – dice -. E’ il mio primo viaggio e devo dire che è stata una bellissima esperienza, stare sulla stessa nave non è come parlare di legalità in una sala di convegno e nemmeno in un’aula scolastica. Stare sulla stessa nave significa condividere questo tratto da Civitavecchia a Palermo che ha un valore simbolico forte”. Il palco si svuota, è già tempo di andare verso l’aula bunker.
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23 Maggio 2014, 12:13