05 Dicembre 2024, 22:21
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Javier Pastore è il primo ospite di “Torretta Café”, il nuovo talk show prodotto interamente dal Palermo e condotto dalla giornalista sportiva Sarah Castellana. Un “bar” ideale allestito nella Club House nel cuore del Palermo CFA. Con il pretesto delle chiacchiere tra amici, ospiti speciali dal mondo dello sport, della cultura e dello spettacolo, partiranno ciascuno dal proprio diverso legame con i colori rosanero per raccontare la propria storia, tra aneddoti, curiosità e confidenze personali. In alto il video con l’intervista completa.
“Ho cominciato a pensare di avercela fatta soltanto adesso che non gioco più a calcio – racconta El Flaco” -. Il mio percorso da calciatore l’ho vissuto normalmente, ogni cosa che mi succedeva credevo fosse normale. Arrivare a Palermo, giocare in una squadra con dei campioni o affrontare campioni di squadre come Inter, Juventus e Milan. L’ho vissuto come una normalità, come se stessi giocando con i miei amici in Argentina. Oggi mi rendo conto che ho fatto una carriera importante, ho giocato in campionati importanti”.
“Sono stato 7 anni al Paris Saint-Germain con giocatori che hanno segnato in maniera profonda il calcio mondiale. Ho condiviso momenti con loro dentro e fuori dal campo. Ho giocato bene a calcio, ho provato a fare sempre bene. È straordinario l’affetto che ricevo ancora oggi della gente quando vado a Palermo, a Parigi o a Roma (anche se lì non è andata come volevo). In tutte le squadre dove ho giocato ho costruito un bel rapporto con i tifosi, questa è la cosa più importante che oggi rimane molto di più di aver vinto una coppa o una partita”.
“Il giorno che sono arrivato ho subito giocato un’amichevole contro una squadra austriaca. Una volta sceso dalla macchina con Sabatini e il mio procuratore si è avvicinato Zamparini che mi ha proposto di giocare la partita dopo aver fatto un viaggio di 14 ore da Buenos Aires a Milano. Non avevo neanche le scarpe, il Presidente allora mi ha accompagnato in un centro commerciale lì vicino. Mi ha detto prendi tutto quello che vuoi, ho preso un paio di scarpe da calcio, i parastinchi e basta“.
“Questo andava bene. Una volta tornati alla partita il magazziniere Pasquale mi ha dato il materiale per giocare. Zamparini ha detto al mister che sarei dovuto entrare nelsecondo tempo. Il mister non capiva perché dopo un viaggio così lungo sarei dovuto subito scendere in campo. Ho giocato una ventina di minuti e ho subito fatto un sombrero. Ho fatto un tunnel, poi un passaggio lungo a Miccoli che ha fermato la palla di petto e fatto gol. Non so se era la voglia di dimostrare. Zamparini si mise a piangere in tribuna, era innamorato delle mie giocate. Me lo hanno raccontato persone che stavano lì come il mio procuratore”.
“Vi racconto un aneddoto. La mia famiglia e il mio procuratore sono venuti a Palermo perla prima partita contro il Milan. Erano tutti nervosi, mi dicevano che giocavo contro campioni come Pirlo e Gattuso. Io dicevo di sentirmi in modo normale e che avrei sicuramente fatto sicuro almeno un tunnel ad entrambi. Per me erano due idoli, in quel momento avevo 19 anni e pensavo a fare i tunnel. Tutti mi volevano ammazzare, in quella partita con i primi tre palloni toccati ho fatto un primo tunnel a Gattuso e dopo un tunnel a Pirlo. Quello che mi mettevo in testa mi riusciva, in allenamento facevo tanti scherzi… contavo i tunnel, facevo scommesse”.
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05 Dicembre 2024, 22:21
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