22 Dicembre 2012, 16:56
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PALERMO- Una pena, una pietà, una vergogna. Il riassunto in una battuta: Montella, nel Palermo, non avrebbe sfigurato. Da giocatore. Rosanero pallidissimo, la notte è viola. Il meraviglioso team che secondo Zamparini avrebbe affrontato il campionato con animo invitto riflette un imbarazzante assemblaggio di nullità tecniche e impotenza tattica. La Fiorentina è un bel cocktail di esperienze e voli giovanili. In panca ha un tecnico preparato. Ci può stare di perdere. Ma non così. Oggi, i palermitani allo stadio hanno subito una cocente e immeritata degradazione. Hanno dato fiducia per l’ennesima volta, con generosità, ai colori. E sono stati sbeffeggiati. Sembrava un confronto tra squadre distanti anni luce per serie e censo. La Viola ad allenarsi senza forzare troppo, aspettando che i gol cadessero dall’albero. Gli altri confusi e senza sugo in un frullatore di amnesia e scarsezza assortite.
I calciatori vanno esclusi dalla reprimenda. Si battono. Ci provano. Fanno il possibile. Ma sono quello che sono: una truppa raccogliticcia di cavalieri di (s)ventura che vengono da altri fallimenti, per esempio Novara. Imberbi puledrini di talento alla Dybala, bisognosi di crescere. Mestieranti della pelota (ahi Brera) assolutamente inadatti al palcoscenico che calcano. Il tutto completato da un allenatore che ha cominciato bene, finendo per smarrire il filo.
La responsabilità principale stA sulle spalle di chi ha costruito questo Palermo, da tempo in fase discendente. E non c’è nemmeno bisogno di addentrarsi in recriminazioni. L’inefficacia della campagna acquisti è solare e conduce dritti dritti in B. Perché si sia voluti passare, dopo anni di illusioni, da potenziali sogni all’ombra imminente del baratro è un grande mistero doloroso.
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22 Dicembre 2012, 16:56