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Palermo, la Rap ai raggi X: il Comune ordina un’ispezione

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22 Agosto 2024, 06:15

4 min di lettura

PALERMO – Fare il punto su discarica e piano di risanamento, verificare il rispetto dei paletti imposti dal socio, analizzare il mancato parere del collegio sindacale e dei revisori al bilancio 2023 in rosso di quasi 10 milioni.

Sono questi gli obiettivi dell’ispezione che il comune di Palermo ha deciso di effettuare sulla Rap, la società partecipata che si occupa di rifiuti e igiene ambientale.

L’ispezione

Il Segretario generale Raimondo Liotta, a fine luglio, ha incaricato un dirigente e due funzionari di passare l’azienda di piazzetta Cairoli ai raggi X, acquisendo carte e documenti. Un’iniziativa di cui si è parlato in commissione Bilancio di Sala Martorana, con le opposizioni che passano subito all’attacco.

“La situazione è molto più che allarmante – dicono Mariangela Di Gangi del Pd, Ugo Forello di Oso e Carmelo Miceli del Misto –. La governance dell’azienda non ha risollevato le sorti della Rap, facendole semmai precipitare”.

Obiettivo ricapitalizzare

Non è certo la prima volta che Palazzo delle Aquile ordina delle ispezioni, anche se stavolta in ballo c’è, tra le altre cose, anche la ricapitalizzazione. Il progetto è di conferire a Rap la sede di piazzetta Cairoli, valutata quattro milioni e mezzo di euro, quattro Centri comunali di raccolta (per i quali la valutazione è in corso) e il resto in denaro sonante per arrivare alla cifra di almeno nove milioni di euro, su una perdita nel 2023 di 9,9 milioni.

Un’ancora di salvataggio, l’unica rimasta, per evitare il fallimento della Rap, a sua volta nata dopo il default dell’Amia. Scartata ogni altra pista, la strada obbligata resta quella di far approvare al consiglio comunale un debito fuori bilancio effettuando la ricapitalizzazione.

I pareri di sindaci e revisori

Un’operazione non semplice, né scontata: la legge pone precisi paletti, specie per le società con i conti in squilibrio, e il sindaco Roberto Lagalla vuole arrivarci con le carte perfettamente a posto. Da qui l’esigenza di fare luce su quello che c’è dentro la Rap, specie dopo i rilievi e i pareri praticamente non dati sul bilancio da parte dei sindaci e della società esterna di revisione, il colosso Ria Grant Thornton.

Il 27 giugno i tecnici della società indipendente di revisione hanno messo nero su bianco che per loro è stato impossibile dare “un giudizio sul bilancio d’esercizio” anche perché il socio, cioè il Comune, non ha ancora ricapitalizzato.

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Il 2023, come già detto, si è chiuso con un rosso di quasi 9,9 milioni e un patrimonio netto negativo di 5,5, il che implica una ricapitalizzazione che dovrà accompagnarsi all’attuazione del piano di risanamento predisposto dal docente universitario Carlo Amenta.

Il Comune, però, non ha deliberato l’aumento di capitale, il che mette in dubbio la continuità aziendale. Un copione ripetuto il giorno dopo, il 28 giugno, dal collegio sindacale guidato ancora da Dario Allegra (che si dimetterà poco più di un mese dopo): anche stavolta il parere non è stato dato per lo stesso motivo.

Rap a rischio

La Rap è a rischio perché il Comune non ricapitalizza e il Comune non ricapitalizza se prima la Rap non dimostra di poter attuare il piano di risanamento  e di riportare i conti in attivo, almeno per il primo semestre di quest’anno

Senza la ricapitalizzazione, l’approvazione del bilancio e del piano di risanamento (che l’azienda ha integrato il 20 giugno) la Rap non potrà andare avanti. Un piano di risanamento che prevede non solo l’immissione di nuovi fondi ma anche una serie di correttivi di cui gli ispettori comunali dovranno accertare la concreta attuazione.

Perché il problema non sono solo i numeri: secondo il collegio sindacale, infatti, in Rap non c’è una “adeguata struttura di internal audit”, non sono definiti i fabbisogni delle risorse umane ma, cosa ancor più grave, manca una “adeguata diffusione e attuazione della cultura del controllo”, a vari livelli, dall’esecuzione dei contratti a pagamenti, assunzioni e straordinari.

Todaro: “Conti in miglioramento”

“La società di revisione non si è espressa perché prima il Comune deve ricapitalizzare – replica il presidente di Rap Giuseppe Todaro –. Il problema è solo questo ed è stato così anche in passato, come si evince dalle relazioni. Il bilancio 2023 risente dell’abbattimento della Tari, tanto che la semestrale 2024 è in netto miglioramento, e il collegio sindacale ha chiarito la sua posizione. Stiamo cercando di salvare l’azienda e sono sicuro che nessuno voglia il contrario”.

Opposizioni all’attacco

“In questo momento – dicono Di Gangi, Forello e Miceli – non si può procedere a una ricapitalizzazione dell’azienda, di fronte a un primo e farlocco piano di risanamento che prevedeva una perdita di ‘soli’ 5 milioni di euro a fronte dei 10 registrati nel 2023 e di uno nuovo che non è stato asseverato dal collegio sindacale di Rap, che si é dichiarato incompetente, e che non é stato valutato dall’ufficio sul controllo analogo, né approvato dalla giunta”.

“Ci lasciano senza parole le dichiarazioni del collegio sindacale e della società di revisione che non sono in grado di esprimere parere a causa delle ‘incertezze significative’ e ‘della impossibilità di acquisire elementi probativi sufficienti e appropriati’. E’ in serio dubbio il presupposto fondamentale della continuità aziendale, noi stiamo facendo quanto in nostro potere per vederci chiaro ascoltando Todaro e il collegio sindacale”.

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22 Agosto 2024, 06:15

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