04 Aprile 2024, 06:50
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PALERMO – L’aumento della Tari a Palermo ci sarà, causa inflazione, e il Comune di Palermo prova a correre ai ripari attingendo due milioni di euro dall’imposta di soggiorno e aumentando la tassa che grava sui turisti. Sono giorni frenetici a Palazzo delle Aquile, con il sindaco Roberto Lagalla alle prese con la difficile impresa di far quadrare i conti anche sul fronte della raccolta dei rifiuti, proprio mentre la città è alle prese con i cumuli d’immondizia lasciati dalle feste pasquali.
Il Pef Tari, ossia quel documento che ogni anno fissa l’incasso che deve provenire dalla tassa sui rifiuti, è ancora al vaglio della Srr, anche se assomiglia molto a una tela di Penelope: il documento arrivato dalla Rap è stato già rivisto al ribasso ma il Comune di Palermo ha chiesto di livellare il 2025 al 2024, senza ulteriori aggravi. Il che significa che la Srr dovrà rivalutare i numeri, allungando i tempi per arrivare a un testo definitivo da sottoporre al consiglio comunale.
Ad oggi il Pef Tari di quest’anno dovrebbe ammontare a 138 milioni di euro, di cui 115 per la Rap e 23 per il Comune: un aumento di 12 milioni rispetto al 2023, dovuto per lo più all’inflazione di cui, secondo le indicazioni dell’Arera (l’Autorità di regolazione per energia reti e ambiente), bisogna tenere necessariamente conto visti gli aumenti che ci sono stati per l’acquisto di carburanti, materie prime e materiali. E dire che le richieste della Rap, almeno inizialmente, erano molto più alte, cioè 33 milioni di euro in più rispetto all’anno scorso; una cifra che ha fatto balzare tutti sulla sedia e che è stata tagliata di 21 milioni.
Alla fine l’aumento Tari oscillerà tra il 5 e il 6% e, sebbene inevitabile, rischia comunque di creare più di un malumore tra i cittadini: da qui la mossa di attingere dal tesoretto che ogni anno si crea grazie ai flussi turistici che “invadono” Palermo. Il sindaco Lagalla, oltre ad avere scritto alla Rap e alla Srr per abbassare il corrispettivo dell’azienda nel 2025 da 119 a 115 milioni, ha inviato una missiva agli uffici per chiedere di applicare, anche nel capoluogo siciliano, la norma che consente da quest’anno di usare parte dell’imposta di soggiorno per finanziare “i costi relativi al servizio di raccolta e smaltimento dei rifiuti”.
L’ex rettore ha così chiesto di aumentare l’imposta di tutte le tariffe di 50 centesimi, rivedendo così le stime di incasso nel triennio, così da procedere all’approvazione in consiglio comunale: la previsione è di usare due milioni per il 2024 e tre milioni per il 2025 per mitigare gli aumenti della Tari, chiedendo così un sacrificio ai turisti a cui toccherà pagare, almeno in parte, i costi di quei rifiuti che invadono le strade che visiteranno.
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04 Aprile 2024, 06:50