Palermo, la volontà non può bastare |Ma ci sono prime volte che restano

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26 Aprile 2015, 19:26

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PALERMO – La volontà non basta, se non accompagnata da ulteriori motivazioni. E nello scontro tra chi ha da salvare l’orgoglio, il Parma, e chi voleva dimostrare di poter essere utile alla causa nonostante l’obiettivo salvezza sia stato abbondantemente raggiunto, le seconde linee del Palermo, a prevalere sono stati i padroni di casa, con un rigore di uno dei tanti ex: Antonio Nocerino. Al “Tardini” non si è certamente vista una gara spettacolare, a farsi largo sono stati errori tattici ed evitabili disattenzioni sottolineate in modo inequivocabile da una smorfia di disappunto, al termine del primo tempo, regalata alla regia della diretta televisiva da uno Iachini certamente non entusiasmato dall’atteggiamento degli uomini a cui aveva deciso di omaggiare un buono di partecipazione a un torneo da protagonisti, complice il ravvicinato impegno infrasettimanale contro il Torino.

Il tecnico rosanero si è reso conto che l’andazzo non era quello che avrebbe portato agli stessi risultati conseguiti contro Udinese e Genoa, per cui nella ripresa ha cercato di mischiare le carte senza per questo ottenere riscontri positivi. Belotti e Quaison al posto di Bolzoni e Rispoli: novità sulla distinta a disposizione degli arbitri, non sul piano sostanziale per chi assisteva al confronto per il gusto del bel gioco. Il Parma non ha disputato un match trascendentale, si è semplicemente limitato a eseguire, con limiti evidenti, lo spartito consegnato prima di fare ingresso sul rettangolo di gioco dal direttore d’orchestra, precario tra i precari di un club virtualmente inesistente: l’ex ct Roberto Donadoni. Un tecnico che, a dispetto delle infinite difficoltà incontrate, sta traghettando a un dignitoso arrivederci alla massima serie il club ducale.

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Dati che rimarranno a disposizione degli statistici: la prima presenza di Ujkani (l’unica in stagione, contro il Modena in Coppa Italia, gli costò il posto da titolare in favore di un Sorrentino già con le valigie in mano) dal ritorno in massima serie, la prima fascia di capitano sul braccio di Andelkovic, per l’attaccamento dimostrato alla causa rosanero indossata con più diritto rispetto ad altri che la portarono sul braccio a stagione in corso, e il primo vero gettone in serie A per Accursio Bentivegna, dopo la quarantina di secondi scarsa in apertura di campionato contro la Sampdoria. Un piccolo grande riscatto per chi parla a bassa voce anche se ha una storia, non necessariamente vincente, da raccontare.

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26 Aprile 2015, 19:26

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