05 Dicembre 2017, 06:15
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PALERMO – Scontro all’interno del consiglio comunale di Palermo tra il Movimento cinque stelle e il presidente di Sala delle Lapidi, Totò Orlando. La pattuglia pentastellata a Palazzo delle Aquile, con in testa il capogruppo Ugo Forello, punta il dito contro Orlando accusandolo di aver “vietato la parola” ad alcuni consiglieri grillini in aula: Concetta Amella, Giulia Argiroffi, Rosalia Lo Monaco e Igor Gelarda. Accuse messe nero su bianco in una lettera inviata al presidente di Sala delle Lapidi, al sindaco Leoluca Orlando e al segretario generale Giuseppe Vella in cui si punta il dito contro Totò Orlando per aver “negato” la parola ai grillini e si parla di “violazione dei diritti democratici”. Il contenuto della missiva viene però respinto da parte del presidente di Sala delle Lapidi: “Mai impedito di parlare”.
Tutto è nato dall’infuocata seduta di giovedì, quando l’Aula ha ascoltato le controdeduzioni del sindaco alla relazione scritta dagli ispettori ministeriali sull’attività amministrativa di Palazzo delle Aquile. Al termine dell’intervento di Forello, duro nei confronti dell’Amministrazione, il presidente di Sala delle Lapidi ha invitato i grillini a “rispettare l’accordo” secondo cui avrebbe parlato un solo rappresentante per gruppo consiliare. Strada sbarrata, dunque, agli altri consiglieri M5s che intenzionati a prendere la parola nonostante avesse già parlato il capogruppo. “Considerando il fatto che, su sei componenti, sono stati in quattro a prenotarsi per gli interventi vi invito a rispettare l’accordo secondo cui parli un esponente per gruppo – disse Orlando -. La maggioranza ha incaricato un solo componente a parlare. Chiedo, per rispetto dell’aula, che i vostri interventi si fermino al capogruppo che non ha avuto limiti di tempo”.
La lettera – firmata da Forello ma con in calce i nomi degli altri cinque consiglieri grillini – ritorna sull’episodio di giovedì affermando che nella riunione di capigruppo precedente alla seduta “non si è mai parlato” dei modi in cui si sarebbe svolto il dibattito d’aula. I grillini parlano quindi di “grave violazione” e di “comportamento censorio” da parte di Orlando. Il presidente di Sala delle Lapidi, però, replica così ai “formali rilievi” mossi dal Movimento cinque stelle che chiede anche l’intervento “urgente” da parte del sindaco: “Non ho mai vietato la parola – le parole di Orlando -. Il mio è stato un semplice invito all’intero gruppo. In virtù del fatto che l’intera maggioranza aveva incaricato un solo rappresentante a parlare, mi sono appellato al senso di responsabilità dei colleghi consiglieri del movimento e quella sera il mio invito fu accolto”.
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05 Dicembre 2017, 06:15