Palermo, scommesse, caffè, ristorazione: gli affari del boss Capizzi

Scommesse, caffè, ristorazione: ai raggi X gli affari del boss Capizzi

Due società sequestrate e altre su cui si continua a indagare

PALERMO – Due società sequestrate e altre su cui si continua a indagare. Sandro Capizzi, boss di Villagrazia, arrestato nei giorni scorsi nel blitz dei carabinieri del Ros, si dava un gran da fare.

Il giudice per le indagini preliminari ha disposto il sequestro preventivo della Luxury Game di piazza Giulio Cesare e un centro scommesse al civico 137 di via Villagrazia. Il fronte economico dell’inchiesta, però, è molto più ampio. Il lavoro della Direzione distrettuale antimafia non è finito.

Il gip al momento non ha accolto la richiesta di sequestro preventivo e ha chiesto un supplemento di indagini che riguarda, in particolare, alcune società. Tra queste la Gi.Ma di Santo Castiglione, una srl che distribuisce caffè.

Secondo il procuratore aggiunto Paolo Guido e il sostituto Dario Scaletta, Sandro Capizzi assieme ad Antonino Nicolini, personaggio dalla fedina penale macchiata da plurimi precedenti per droga, avrebbe avuto un ruolo di primo piano nella gestione delle società “Aromatico food” e “Aromatico zero glutine”, titolari, tra le altre attività, di un panificio in via dell’Orsa minore.

Il punto di partenza è l’assunzione nella “Aromatico food” sia di Capizzi che di Nicolini, che per altro è parente degli Aromatico. Un modo, secondo l’accusa, per giustificare la loro presenza in azienda. Della regia degli affari si sarebbero occupati in prima persona.

Circostanza che emergerebbe soprattutto in una fase espansiva della società che nel 2017 chiuse un accordo con la Gamac di Carmelo Lucchese, a cui è stato confiscato un patrimonio milionario. Da gestore di una bottega di alimentari sarebbe divenuto uno dei leader della grande distribuzione grazie all’appoggio della mafia.

L’accordo prevedeva che nei supermercati a marchio Conad di Lucchese, una dozzina a Palermo e provincia, la “Aromatico food” gestisse i punti di ristorazione. “È un mese e mezzo che lavoro e ancora un euro non me l’hanno dato… io capisco che dobbiamo fare i conti ancora”, diceva il boss Capizzi parlando di Giuseppe Aromatico, titolare delle società assieme al fratello Fabrizio.

Un grosso affare, dunque. E poi ci sono quelli di minore entità. Ad esempio la gestione di una parrucchiera in via Villagrazia che farebbe capo a Salvatore Freschi, un altro arrestato del blitz.

Si indaga pure ad esempio sull’acquisizione da parte di Salvatore Freschi, uno degli arrestati del blitz, di una bottega di estetica per donna in via Villagrazia.


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