08 Novembre 2023, 10:57
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PALERMO – Lungo il ponte Palermo-New York scorrevano fiumi di soldi accumulati con la droga, le scommesse sportive e l’import-export di prodotti agricoli. Neppure il blitz “Game Over” del 2018 ha fermato i rapporti fra mafiosi siciliani e americani. Oggi la Direzione distrettuale antimafia di Palermo scrive un nuovo capitolo. Le indagini dei poliziotti del Servizio centrale operativo di Roma, della squadra mobile di Palermo e dell’Fbi svelano i nomi di chi gestiva gli affari, controllava i traffici illeciti e imponeva il pizzo.
Diciassette persone sono state fermate per associazione per delinquere, estorsione, incendio doloso, cospirazione e turbativa d’asta. Dieci i provvedimenti eseguiti a New York, sette in Sicilia. L’inchiesta si concentra sulle famiglie mafiose di Partinico, Borgetto e Torretta. Quest’ultima fu coinvolta negli anni ‘80 nell’inchiesta Pizza Connection condotta da Giovanni Falcone che ricostruì i rapporti tra le mafie di vecchio e nuovo continente.
Sono i Gambino a reggere i fili in America, dove si muovono gli “eredi” di Frank Calì, assassinato nel 2019 davanti alla sua casa di Staten Island.
Ci fu grande fibrillazione il giorno del delitto. Trascorse del tempo prima di capire che non era un omicidio di mafia, ma opera di un balordo. La vittima aveva sposato Rosaria Inzerillo, sorella di Pietro, uno degli scappati in America durante la guerra di mafia voluta da corleonesi. Il 14 gennaio del 1982 un funzionario di Polizia del New Jersey ricevette una telefonata anonima. Una voce gli indicava di recarsi all’hotel Hilton di Mount Laurel perché c’era una bomba dentro una macchina. E invece nel portabagagli trovarono il cadavere congelato di Pietro Inzerillo, cognato di Frank Calì.
L’uomo chiave in Sicilia sarebbe Francesco Rappa, 81 anni, che negli anni Settanta era stato arrestato a New York. Pochi soldi per il pizzo, ma richieste a tappeto. In questo gli americani hanno accolto i consigli dei siciliani di Partinico. Gli agenti del Bureau hanno scoperto decine di estorsioni a imprese edili della Grande Mela. Per incassare i soldi e intimidire chi non paga i boss americani si servono della manovalanza delle gang locali.
L’inchiesta è coordinata dal procuratore di Palermo Maurizio de Lucia, dall’aggiunto Marzia Sabella e dal sostituto Giovanni Antoci.
Gli arrestati a Palermo sono Francesco Rappa, nato a Palermo (81 anni), Giacomo Palazzolo, nato a Balestrate (77 anni), Giovan Battista Badalamenti, nato a Torretta (69 anni), Salvatore Prestigiacomo, nato a Palermo (50 anni), Isacco Urso, nato a Verbania (40 anni), Salvatore Prestigiacomo, nato a Palermo (54 anni) e Maria Caruso, nata a Palermo (39 anni).
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08 Novembre 2023, 10:57
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