08 Novembre 2024, 09:10
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PALERMO – Cade l’accusa che volesse indurre in errore i giudici. Il tribunale monocratico ha assolto l’avvocato Rosolino Pomara.
Una vicenda legata ad una procedura fallimentare che saltò fuori mentre la Direzione distrettuale antimafia indagava sulla famiglia mafiosa di Bolognetta.
La Corte di Palermo doveva pronunciarsi sul reclamo contro l’istanza di fallimento della Ic Sercvizi, un’impresa di impianti e movimento terra. L’ipotesi dell’accusa era che Pomara, legale dell’impresa, avesse presentato un documento dal quale risultava falsamente che il creditore rinunciava all’istanza di fallimento in epoca precedente alla sentenza del 2020.
L’avvocato dichiarò di esserne venuto a conoscenza in epoca successiva. Un tentativo, ex post, di sistemare le cose “falsificando le carte”: così sosteneva l’accusa.
Pomara è stato assolto dal giudice Alessia Lupo con la formula “perché il fatto non è previsto dalla legge come reato”. Gli avvocati Alberto Raffadale e Pierfrancesco Cascio hanno sostenuto che la rinuncia all’istanza di fallimento non fosse un atto idoneo e diretto in modo inequivocabile a provocare l’emissione di un provvedimento ideologicamente falso.
Inoltre, la difesa ha contestato l’accusa ritenendo che la Procura non avesse dimostrato la presunta falsità della rinuncia al fallimento, né la consapevolezza da parte dell’avvocato che aveva depositato il documento. Un altro argomento difensivo riguardava la mancata certezza sulla datazione nel documento contestato.
Nello stesso processo era imputato Carmelo Polizzi, condannato a due anni e mezzo favoreggiamento aggravato: avrebbe aiutato a nascondersi uno dei destinatari dell’ordinanza di custodia cautelare “Cupola 2.0” che nel 2021 azzerò il vertice della mafia a Palermo e provincia.
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08 Novembre 2024, 09:10