Palermo, mafia: Caporrimo e altri 19 a processo, deserto di parti civili

Palermo, mafia: Caporrimo e altri 19 imputati, deserto di parti civili

Tante le estorsioni, consumate e tentate. Solo tre imprenditori si sono costituiti
PIZZO A TAPPETO
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PALERMO – “Io sono Cosa Nostra”, diceva Giulio Caporrimo. Una volta scarcerato si era ripreso il posto di capomafia di San Lorenzo. Il suo nome apre l’elenco dei venti imputati al processo iniziato oggi nell’aula bunker del carcere Pagliarelli, di Palermo.

Lungo poteva essere, ma non è andata così, un altro elenco, quello delle parti civili. In tanti hanno subito le angherie mafiose, in pochissimi hanno scelto di fare valere i propri diritti.

Davanti al giudice per l’udienza preliminare Donata Di Sarno oltre a Caporrimo sono imputati Francesco Adelfio, Andrea Barone, Carmelo Barone, Pietro Ciaramitaro, Giuseppe Cusimano, Salvatore Fiorentino, Sebastiano Giordano, Francesco L’Abbate, Andrea Mancuso, Francesco Palumeri, Giuseppe Rizzuto, Baldassare Rizzuto, Antonino Vitamia, Michele Zito, Vincenzo Billeci, Francesco Caprrimo, Fabio Gloria, Vincenzo Taormina, Fabio Ventimiglia.

Il processo scaturisce dalle operazioni antimafia condotte l’anno scorso dal Nucleo investigativo del carabinieri e denominate “Bivio” e “Bivio2”.

Sono 19 le estorsioni, tentate e consumate, ricostruite dagli investigatori coordinati dai pubblici ministeri Dario Scaletta e Felice De Benedettis. Solo in tre hanno scelto di costituirsi parte civile. Tra le estorsioni più gravi quella subita e denunciata dal titolare di una ditta di impiantistica supportato dallo “Sportello di Solidarietà alle Vittime” e dalla Fai, rappresentati dagli avvocati Salvatore Forello e Valerio D’Antoni.

Si sono costituiti parte civile anche il Comune di Palermo (avvocato Ettore Barcellona ), Solidaria Sos Onlus ed Sos Impresa (avvocato Fausto Maria Amato), Centro studi Pio La Torre (avvocato Francesco Cutraro).

“Si tratta dell’ennesima operazione condotta egregiamente dagli organi investigativi – spiegano D’Antoni e Forello -, alla quale però, continua a permanere una sostanziale diffidenza a collaborare e denunciare pienamente da parte delle vittime. Il lavoro svolto dalla Fai e dallo Sportello di Solidarietà, composto da professionisti e operatori economici e presieduto da Andrea Cannatella- aggiungono – è stato quello di fornire alle vittime un supporto umano oltre che tecnico sin dal momento dei fatti subiti e della conseguenziale denuncia agli organi di polizia. Cosa Nostra palermitana è sempre più debole e destrutturata, e processi come quello di oggi dimostrano che è possibile opporsi al racket mafioso al fianco delle associazioni operative sul territorio e difendere, senza inutili esposizioni, la propria libertà d’impresa”.

Caporrimo si chiedeva chi avesse dato il via libera alla convocazione della cupola di Cosa Nostra e non riconosceva la figura di Francesco Palumeri, scelto da Calogero Lo Piccolo per comandare nel suo mandamento.

I blitz Colpirono boss e gregari delle famiglie di Tommaso Natale, San Lorenzo, Partanna Mondello e Zen.



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