15 Dicembre 2024, 11:30
1 min di lettura
PALERMO – Fabio Santangelo si faceva volere bene. Almeno così sembra emergere da un’intercettazione del 2020 che oggi va riletta alla luce del blitz che lo ha portato in carcere. La Procura di Palermo ritiene che Santangelo sia diventato uno dei più importanti trafficanti di cocaina in città.
Avrebbe attivato un canale diretto con i grossisti calabresi. Per le comunicazioni con crypto telefoni usava i nickname “El Chapo” o “New York”. Qualcun altro usava un altro nomignolo per Santangelo, “montagna”.
Così lo chiamava Giuseppe Calvaruso, boss di Pagliarelli, uomo dei grandi investimenti immobiliari in Sud America, arrestato nel 2021. La ricostruzione del suo patrimonio svela continue sorprese a sei zeri.
“Oggi volente o dolente mi sono fatto dare un pacco da montagna”, diceva Calvaruso al suo braccio destro Giovanni Caruso in un’intercettazione dell’inchiesta denominata “Brevis” del 2020. Entrambi concordavano sul fatto che “montagna” si distinguesse per precisione e puntualità nei pagamenti.
Soldi importanti perché servivano “per gli operai” e cioè per la cassa del mandamento di Pagliarelli. Calvaruso e Caruso avrebbero fatto riferimento a Santangelo in occasione dell’arrivo di una grossa partita di stupefacente dal Sud America. Andava “aiutato”, solo lui “perché nessuno se lo merita”.
Calvaruso lo voleva “favorire” perché “è l’unico disponibile ad aiutarmi” in un momento segnato dalla crisi di approvvigionamento della materia prima.
“Fino alla settimana scorsa a Buonfornello sono caduti dieci pacchi e si spaventano tutti”, diceva Caruso riferendosi a un carico di droga sequestrato in autostrada. I finanzieri del Nucleo di polizia economico-finanziaria hanno ripreso le intercettazioni di allora.
I rapporti fra Santangelo, ex Pip del bacino “Emergenza Palermo” stabilizzato dopo anni di precariato, e il boss di Paglarelli vanno scandagliati a fondo.
Pubblicato il
15 Dicembre 2024, 11:30