Palermo, mafia: Mulè non risponde al giudice e dice di stare male

Palermo, mafia: Mulè non risponde e dice di stare male

Interrogatorio di garanzia per il presunto capomafia

PALERMO – Francesco Mulè si è avvalso della facoltà di non rispondere. Nel contempo i suoi legali hanno chiesto che un perito valuti se le sue condizioni di salute siano compatibili o meno con la permanenza in carcere.

Il presunto reggente della famiglia mafiosa di Palermo Centro è stato di nuovo arrestato dopo che il tribunale del Riesame lo aveva rimesso in libertà per un difetto di motivazione dell’ordinanza di custodia cautelare.

Gli avvocati Giovanni Castronovo, Marco e Valentina Clementi hanno ribadito che le condizioni di salute di Mulè, ultrasettantenne, non sono compatibili con il carcere. Nel periodo in cui è stato in libertà Mulè si è sottoposto a degli accertamenti all’ospedale Civico di Palermo e sono emersi seri problemi di salute.

Contestualmente i legali hanno chiesto di rivisitare la decisione del Gip di emettere una nuova ordinanza di custodia cautelare. Una sentenza della Cassazione in passato ha stabilito che di fronte ad un vizio formale la Procura possa chiedere l’emissione di un nuovo provvedimento, motivando le esigenze cautelari eccezionali. Mulè è sì anziano, ma potente e personaggio chiave dell’inchiesta.

L’errore di fondo, secondo la difesa, consisterebbe nel fatto che in realtà il primo giudice sarebbe entrato nel merito della valutazione delle esigenze cautelari.

Dopo il primo arresto Mulè aveva scelto di rispondere. “Sono un pensionato”, aveva detto nel corso dell’interrogatorio di garanzia. Stavolta si è avvalso della facoltà di non rispondere.


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