Palermo, niente reparto per i reati di mafia, in isolamento da più di un mese

Manca il reparto per i reati di mafia, in isolamento da più di un mese

Il detenuto è stato arrestato il 25 maggio in un blitz a Ciaculli

PALERMO – Dal 25 maggio scorso si trova in isolamento perché nel carcere dove è rinchiuso non c’è un reparto destinato a chi è accusato di avere commesso reati aggravati dal metodo mafioso. L’avvocato Fabrizio Bellavista, legale di Francesco Oliveri tuona: “C’è una evidente violazione dei diritti del detenuto. Abbiamo scritto al Dipartimento per l’amministrazione penitenziaria. Ancora nessuna risposta”.

Oliveri è finito in carcere nel blitz che ha svelato i nuovi assetti del mandamento mafioso di Ciaculli-Brancaccio. Gli vengono contestate tre ipotesi di reato: due detenzione di droga (avrebbe anche contributo a gestire una piantagione di marijuana) e il furto dell’acqua di un consorzio pubblico (i boss controllavano la distribuzione idrica).

Per i primi due capi di imputazione provvisori il legale ha fatto ricorso al Riesame, che ha revocato la misura. L’ordinanza di custodia cautelare in carcere è stata invece confermata per la storia dell’acqua, aggravante di mafia compresa.

Oliveri, 37 anni, si trova nel carcere di Velletri. Era stato arrestato mentre si trovava a Roma. Una volta fatto l’interrogatorio di garanzia avrebbe dovuto essere trasferito nel reparto con gli altri detenuti a cui vengono contestati reati simili al suo. Solo che il reparto non c’è.

Da qui l’isolamento che va avanti da più di un mese. Oliveri ha ottenuto alcune “concessioni”: televisore in cella e più telefonate con i parenti. Non basta, dice il legale, “siamo di fronte a un trattamento disumano”.


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