Palermo, Lo Presti e Di Giovanni: "Io vendo pesce; a me la droga fa schifo"

Mafia, Lo Presti e Di Giovanni: “Io vendo pesce; a me la droga fa schifo”

I due fermati, considerati i boss di Porta Nuova, si difendono

PALERMO – I due boss si difendono. Tommaso Lo Presti, che ha una sentenza passata in giudicato per mafia, e Giuseppe Di Giovanni, che mafioso lo è presunto perché finora è uscito indenne da inchieste e processi, respingono le accuse nel corso dell’interrogatorio di garanzia davanti al giudice per le indagini preliminari Filippo Serio.

Sono i due uomini chiave dell’inchiesta della Procura di Palermo che ha portato al fermo di 18 persone.

L’interrogatorio si è svolto alla presenza dei legali della difesa, gli avvocati Giovanni Castronovo e Maria La Verde. Entrambi hanno accettato di rispondere.

Lo Presti è stato scarcerato nel febbraio 2020, dopo avere trascorso 10 anni di carcere. Nei gli ultimi due anni e mezzo dice di avere sempre e solo lavorato. Ad assumerlo è stato il titolare di una rivendita di bibite e mozzarelle.

Lo Presti si scalda durante l’interrogatorio. Sostiene che non ci sia la prova di un suo incontro illecito, di una sua iniziativa criminale, di un suo intervento mafioso. Semmai erano gli altri a parlare di lui, a mostrarsi ansiosi per la scarcerazione del capo. “E io che c’entro?”, dice Lo Presti.

Che non gradisce che il suo nome, così come contestato dalla Procura, sia associato al traffico di stupefacenti, principale fonte di guadagno dei mafiosi di Porta Nuova: “La droga mi fa schifo. Ho dei figli e mi sono sempre tenuto lontano da questo mondo”.

Anche Di Giovanni si cuce addosso il ruolo di “lavoratore e persona perbene”. Racconta che si pacca la schiena vendendo il pesce che compra a Porticello a pescherie e ristoranti di Palermo. La sera crolla, aggiunge, e non esce di casa. Giuseppe Incontrera? Sì, lo conosce ma “solo perché eravamo consuoceri” (Giuseppe Inconrtrera è stato assassinato giovedì scorso alla Zisa)”.

Era normale che frequentasse casa sua. Niente mafia, niente droga, niente pizzo: si difende. E niente soldi sporchi. Incontrera ogni tanto gli faceva solo il favore di ritirare i soldi dei clienti a cui aveva venduto il pesce. Adesso sarà il giudice a valutare la loro difesa, alla luce degli elementi contrari consegnati dalla Direzione distrettuale antimafia. Il materiale probatorio è corposo.


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