Palermo, negoziante di scarpe condannato per mafia ai domiciliari

Il titolare dei negozi di scarpe condannato per mafia va ai domiciliari

L'uomo ha fatto una "parziale ammissione degli addebiti"

PALERMO – Concessi gli arresti domiciliari a Giovanni Quartararo, condannato a 8 anni per concorso esterno in associazione mafiosa ed estorsione.

“Ritenuto che il periodo di detenzione sofferto, valutato rispetto ad un legame con Cosa Nostra non strutturale ma ab externo, la parziale ammissione degli addebiti contestati, il ridimensionamento del contributo da lui prestato giustificano, oggi, – scrive il giudice Marco Gaeta – l’attenuazione del regime cautelare”. Il giudice ha accolto la richiesta degli avvocati Jimmy D’Azzò e Gianluca Corsino.

Secondo la Procura di Palermo, Quartararo, titolare di una catena di negozi di scarpe, si sarebbe messo a disposizione del clan mafioso. Avrebbe garantito “un canale di comunicazione riservato” fra i boss di Resuttana per l’organizzazione degli incontri. Circostanza, quest’ultima, che Quartararo ha ammesso.

In cambio il commerciante avrebbe ottenuto la protezione mafiosa. I fratelli Giannusa si sarebbero mobilitati per recuperare un credito da 10 mila euro relativo a una fornitura di scarpe non pagata da un ambulante. Un’accusa che Quartararo ha respinto. Le cose sarebbero andate diversamente e il commerciante neppure avrebbe ottenuto i soldi.

Quartataro è stato condannato lo scorso 4 novembre. Era imputato, tra gli altri, assieme a Salvatore Genova (ha avuto 18 anni), considerato il reggente, al suo presunto braccio destro Sergio Giannusa (20 anni, in continuazione con una sentenza del 2013) e al fratello Carlo (14 anni). Gli imputati condannati sono stati 14.


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