Cronaca

“Perché sono diventato mafioso”. Il pentito svela il summit della droga

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08 Aprile 2024, 06:40

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PALERMO – Lo avevano messo in guardia. Quando gli proposero di entrare in Cosa Nostra qualcuno “addirittura mi diceva di non accettare perché è un mondo, dice, fatto di cattiveria”. A parlare è Rosario Montalbano, neo pentito di Brancaccio, che non ascoltò il suggerimento.

A chi cercava di dissuaderlo Montalbano spiegava il vero motivo della sua scelta: “Gli ho detto ma non l’hai visto questi problemi che abbiamo avuto per aprire un negozio (Montalbano aveva un bar ndr) può capitare che domani devo aprire mio fratello e dobbiamo avere gli stessi problemi gli ho detto uno di noi ha almeno lì dentro…”.

E così divenne uomo del pizzo e della droga pur sapendo, come egli stesso ha ammesso nei suoi verbali, che prima o poi si finisce in carcere. È solo una questione di tempo. Montalbano ha deciso di cambiare vita, collaborando con i magistrati della Direzione distrettuale antimafia di Palermo. I poliziotti della squadra mobile stanno riscontrando le sue dichiarazioni.

All’inizio non era ben visto a Brancaccio per i suoi metodi violenti. Maurizio Di Fede, il suo capo nella famiglia del rione Roccella, lo appellava con un poco lusinghiero “scimunito”. Montalbano ha resistito alle critiche ed ha fatto carriera. A lui erano affidate le liste dei commercianti che pagavano il pizzo.

Conosce anche le rotte della droga e gli uomini che le gestiscono. Ci fu una riunione in via Azolino Hazon, luogo simbolo di Brancaccio. Don Pino Puglisi, il parroco ucciso dalla mafia, si era speso con tutte le forze per ottenere la bonifica degli scantinati della strada. Montalbano ha riferito che al summit parteciparono alcuni pezzi grossi come Salvatore Testa, Fabio Scimò, Stefano Nolano e Girolamo Celesia: “In sostanza quattro mandamenti hanno deciso che la sostanza stupefacente, la cocaina la dobbiamo uscire solo noi appartenenti alla Roccella… Brancaccio, Corso dei mille, Roccella e Santa Maria di Gesù… il fornitore doveva essere solo uno ed era questo Giovanni Montalbano”.

Durò poco il ruolo di quest’ultimo. Gli arresti avrebbero cambiato le cose: il fornitore non sarebbe stato più Montalbano, ma Maurizio Di Fede di recente condannato a una pena pesante.

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08 Aprile 2024, 06:40

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