06 Dicembre 2024, 06:15
2 min di lettura
PALERMO – Il pentito ha ingaggiato una battaglia a distanza sui social con i suoi detrattori. E non sono mancati i reciproci insulti. Protagonista è Alessandro La Dolcetta, spacciatore di droga e collaboratore di giustizia, che con le sue dichiarazioni ha contribuito a svelare gli interessi mafiosi nel traffico di stupefacenti.
Tra TikTok, Instagram e Facebook La Dolcetta ha aperto almeno quattro profili. Solo uno è chiaramente riferibile a lui. Gli altri, almeno all’apparenza, non sono identificabili, ma in realtà per stessa ammissione del collaboratore i suoi interlocutori sanno che è lui l’autore di post e stories.
Il contenuto, d’altra parte, fa espliciti riferimenti alla vecchia vita di La Dolcetta. Ad un certo punto, quando ha capito di essere finito un vicolo cieco. ha deciso di lasciarsi il passato alle spalle. I mafiosi lo minacciavano e gli imponevano l’acquisto della droga a prezzi fuori mercato.
Attraverso i social il collaboratore lancia messaggi carichi di rabbia. Se la prende con chi “si sente uomo d’onore ma è senza dignità”, gli ricorda “che tutto ha un inizio e una fine”. Li avverte: “Vi mangio dentro anche da lontano, comprate le coperte perché gli inverni sono assai, conservate i soldi perché la spesa costa assai al Pagliarelli”.
“L’hotel Pagliarelli (e cioè il penitenziario Antonio Lorusso di Palermo) vi sta aspettando, pure il sonno vi levo, vi comparte le moto d’acqua ora ve li levano”, scrive.
Ci sono dei passaggi, e lo ammette ai magistrati che gli contestano il comportamento fuori dalle regole, in cui si rammarica perché “quando anche chi ti ha messo al mondo ti tradisce per i soldi allora devi prendere la strada giusta… quando tutti vogliono distruggerti”.
Condivide video che diventano virali. Raccolgono migliaia di visualizzazioni e parecchi insulti. C’è chi lo definisce “scafazzato” e “spione”. Chi gli rinfaccia di essersi “rovinato la vita” con dei riferimenti “a 55 k”, cioè la cifra pagata (55 mila euro) da La Dolcetta per una partita di droga. Lui risponde: “Non vi bastano neanche per gli avvocati, pure le case vi faccio vendere”.
È la battaglia social a colpi di insulti del collaboratore di giustizia Alessandro La Dolcetta, a cui sono stati sequestrati i cellulari con nomi e messaggi di pusher e clienti della droga.
Pubblicato il
06 Dicembre 2024, 06:15