26 Novembre 2024, 16:29
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PALERMO – Sessantasei anni, un cognome pesante e una condanna per mafia nella fedina penale. Salvatore Mario Lo Piccolo, soprannominato “il presidente” è il palermitano coinvolto nel blitz della Dia di Genova.
È per i rapporti con boss di San Lorenzo che portano il suo stesso cognome che è stato condannato e che ora finisce di nuovo nei guai. La Procura ligure gli contesta un’intestazione fittizia aggravata: grazie all’aiuto dell’imprenditore genovese Silvano Gabriele avrebbe cercato di schermare la proprietà di un terreno a Cardillo di cui i mafiosi di San Lorenzo si sarebbero di fatto impadroniti ormai da decenni.
Nel 2015 si registrano i primi rapporti fra Salvatore Mario Lo Piccolo e Silvano Gabriele Quando Lo Piccolo finì di scontare la condanna per mafia ha stabilito la residenza a Genova nella sede della Due Esse srl, una delle aziende di trasporti di Gabriele. Gli restavano da scontare la libertà vigilata e un periodo con obbligo di soggiorno.
Successivamente, a partirà dal 2017, Lo Piccolo è stato assunto dalla srl, così come la figlia. La Due Esse ha assunto per un periodo anche Mario Biondo, soprannominato “camion”, pure lui condannato pe mafia. In un altra società del suo gruppo ha lavorato anche Cristina Lo Cicero, moglie di Calogero Lo Piccolo, figlio e fratello dei boss ergastolani Salvatore e Sandro. Calogero è stato di nuovo arrestato nel 2019 con l’accusa di avere preso le redini del mandamento mafioso.
Il soprannome “presidente” si deve alla carica che ricopriva per un consorzio di trasportatori che un tempo lavorava all’interno del porto di Palermo. Un’altra epoca, spazzata via dagli arresti e dalle indagini. Salvatore Mario Lo Piccolo ha perso tutto, gli sono stati confiscati sia l’impresa che i mezzi.
Nel 2018 Gabriele Silvano aveva deciso di espandere i suoi interessi a Palermo e Salvatore Mario Lo Piccolo lo avrebbe messo in contatto con Calogero Lo Piccolo. Gli serviva un capannone a Carini. Secondo l’accusa, l’imprenditore genovese (arrestato nel blitz con l’accusa di avere organizzato un traffico internazionale di cocaina) si sarebbe messo a disposizione per intestare fittiziamente ad una sua società alcuni terreni scampati alle precedenti misure di prevenzione.
Si tratta di un terreno in contrada Cardillo, tra le vie Moncenisio e Monte Bianco, venduto a 30 mila euro (il reale valore supererebbe gli 80 mila) che farebbe parte dell’eredità di una donna canadese. L’uomo che aveva ricevuto la procura a vendere aveva deciso di farsi da parte. Non voleva avere a che fare con dei “cagnacci”.
A chi si riferiva? Del terreno Salvatore Mario Lo Piccolo parlava con Sandro Lo Piccolo nei pizzini che erano stati sequestrati al giovane boss il giorno che lo arrestarono assieme al padre nel 2007 nella villetta di Giardinello: “… io con il fratellone (Calogero Lo Piccolo ndr) stiamo vedendo quale sia la cosa più giusta… la decisione ultima è sempre la tua”. Sulla storia cadde il silenzio per anni, anche per via dei tanti arresti.
Nel 2018 se ne tornò a parlare in concomitanza con la possibilità, poi non andata in porto, dell’adozione di una variante urbanistica al piano regolatore del Comune che avrebbe reso edificabili i terreni di Contrada Cardillo, permettendo la riqualificazione dell’intera area. Pensavano di fare dei “campi di calco e calcetto”, ma non se ne fece più nulla.
Resta la presunta intestazione fittizia, la compravendita completata davanti a un notaio di Massa Carrara e le connivenze fra Lo Piccolo e l’imprenditore genovese.
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26 Novembre 2024, 16:29