Palermo, mafia e no al pizzo: "Così ho recuperato la mia dignità

Palermo, no al pizzo: “Così ho recuperato la mia dignità” VIDEO

La storia di chi si è liberato dal giogo mafioso

Per dieci anni Giovanni Sala, titolare di una cava, ha pagato il pizzo. Una lunga storia di soprusi, dal 2000 al 2017. Poi la decisione di liberarsi dal giogo dei mafiosi di Altofonte. Al suo fianco l’associazione Addiopizzo, che lo ha accompagnato nella denuncia e nella costituzione di parte civile al processo che si è chiuso con le condanne degli estorsori.

I carabinieri organizzarono la trappola, piazzando delle telecamere per filmare la consegna del denaro. anni fa.

“Negli ultimi mesi abbiamo accompagnato a denunciare diversi commercianti e imprenditori che tra Palermo e la provincia sono stati oggetto di intimidazioni e tentativi di estorsione. Le loro storie – per ovvie ragioni – si legge in una nota del comitato Addiopizzo – le racconteremo quando sarà possibile, nel frattempo però vogliamo ripercorrere, con un nuovo spazio sul nostro sito www.addiopizzo.org, le vicende di chi si è definitivamente affrancato dai condizionamenti di Cosa nostra”.

Tra questi c’è Giovanni Sala: “Diciassette anni di solitudine, soprusi e sottomissioni finché Giovanni, titolare di una cava, matura la forza e il coraggio di scrollarsi di dosso e con il supporto di Addiopizzo, il fardello delle estorsioni”.


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