PALERMO – Tutti condannati tranne un imputato al processo per una storia di mafia e pizzo di quasi vent’anni anni fa. Fu il pentito Giuseppe Cassaro a raccontare chi avrebbe imposto il pizzo nei rioni Arenella e Pallavacino e chi lo pagava fra commercianti e imprenditori.
La sentenza della prima sezione della Corte di appello, presieduta da Adriana Piras, riguardava lo stralcio di un’inchiesta che ricostruì decine di estorsione commesse fra il 2007 e il 2009.
Queste le condanne: Domenico Romeo 9 anni (confermata), Sergio Messeri 10 anni (confermata), Antonino Troia 12 anni in continuazione con una precedente condanna (8 anni in primo grado per la nuova imputazione), Riccardo Milano 13 anni e 2 mesi in continuazione (10 anni e 8 mesi in primo grado), Michele Patti 12 anni e tre mesi in continuazione con una precedente condanna (in primo grado aveva avuto 9 anni e 6 mesi), Sergio Giannusa 10 anni in continuazione (in primo grado per la nuova ipotesi aveva avuto 4 anni e 6 mesi.
Confermata l’assoluzione di Giovanni Riela, difeso dall’avvocato Salvo Priola, per il quale erano stati chiesti 10 anni.
Gli imputati dovranno risarcire i danni alle parti civili: un imprenditore (accompagnato nel percorso di denuncia dal comitato Addio Pizzo, assistito dall’avvocato Salvatore Caradonna), il centro studi Pio La Torre e Sicindustria.
Sergio Giannusa nei mesi scorsi è stato condannato a 20 anni con l’accusa di essere diventato il braccio destro del campo mandamento di Resuttana, Salvo Genova.