Cronaca

Dopo la mafia cade l’ultima accusa, niente confisca al re delle scommesse

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04 Ottobre 2024, 06:22

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PALERMO – Dopo l’assoluzione in sede penale arriva il no alla misura di prevenzione personale per Vincenzo Fiore e viene rigettata la proposta di confisca della società di scommesse “Gaming Managment Group srl”.

L’assoluzione in sede penale

L’inchiesta ipotizzò l’esistenza di un’associazione a delinquere finalizzata alla raccolta illecita delle scommesse su cui c’era il controllo della mafia. In tanti furono condannati ma Fiore, difeso dagli avvocati Giovanni Castronovo e Alfonso Lucia, fu assolto.

Secondo l’accusa, però, le ipotesi che non avevano retto in sede penale erano comunque sufficienti per dichiarare la pericolosità sociale di Fiore e per confiscargli la società (che in sede penale gli era stata restituita subito dopo l’assoluzione).

Cosa scrive il giudice

Di avviso opposto il collegio presieduto da Gabriella Di Marco. “Deve rilevarsi che il dato temporale assume rilevanza assorbente ai fini della presente decisione, alla luce del recente ed autorevole indirizzo della giurisprudenza costituzionale e di legittimità – si legge nella motivazione – in materia di doverosa verifica della perdurante pericolosità sociale al momento dell’applicazione della misura di prevenzione personale, dovendosi abbandonare logiche meramente presuntive”.

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“Invero, tenuto conto del lungo lasso di tempo trascorso dai fatti posti a fondamento dell’ordinanza cautelare e dell’assenza di ulteriori manifestazioni di pericolosità – si legge ancora nel provvedimento (giudice estensore Ettorina Contino)- non ricorrono motivi per ritenere il preposto come soggetto attualmente pericoloso”.

La difesa

Gli avvocati Castronovo e Lucia hanno puntato sulla valenza probatoria della sentenza di assoluzione del 2023 con la quale fu ribaltato il verdetto di primo grado. In Tribunale Fiore era stato condannato a 9 anni per concorso esterno in associazione mafiosa.

L’avvocato Giovanni Castronovo

Secondo i giudici, “difettano gli elementi per poter ritenere la società in sequestro (la Gaming srl) quale provento di attività illecite ed il frutto del reimpiego dei relativi proventi, tenuto conto anche della congruità del reddito familiare del preposto, assolutamente compatibile con l’investimento effettuato”. Da qui il rigetto della proposta di confisca.

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04 Ottobre 2024, 06:22

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