Palermo, mafia: l'avvocato, l'imprenditore e le talpe dei boss

L’avvocato, l’imprenditore e le talpe della mafia: sta scoppiando la bomba

Una lunga lista di soffiate sugli imminenti blitz a Palermo

PALERMO – Giuseppe Auteri aveva saputo che tirava una brutta aria. Scelse la strada della latitanza. Ha fatto perdere le sue tracce per due anni durante i quali ha continuato a reggere il mandamento di Porta Nuova.

Nella casa in cui lo arrestarono, il 4 marzo 2024, nella zona di via Oreto, c’erano una pistola, soldi, fogli di contabilità e due smartphone con il sistema di comunicazione criptato. Nessuno tra i capi, nel recente passato, si era dato alla fuga. Lui ci ha provato perché aveva soldi a sufficienza e una rete di protezione.

Fitta rete di informatori

Si era allontano da casa il 16 settembre 2021, dieci mesi prima del decreto di fermo che lo riguardava (emesso nel luglio 2022) ma contestualmente al deposito dell’informativa da cui traeva origine il provvedimento del suo arresto. Chi lo ha informato della segretissima informazione? Cosa Nostra gode di una fitta rete di informatori.

Il 7 novembre 2023 è stato arrestato (e poi condannato) un commesso giudiziario della Procura di Palermo, Feliciano Leto, per il delitto di favoreggiamento. Era l’addetto al materiale trasporto dei fascicoli, che consultava e fotografava per passare informazioni su indagini in corso. Secondo gli investigatori, il commesso non sarebbe stata l’unica fonte informativa di Cosa Nostra.

“Si erano buttati latitanti”

Lo stesso giorno del suo arresto, il 7 novembre 2023, Antonino Gagliardo, finito in carcere con l’accusa di essere il tramite fra il mandamento di Bagheria e quello di Brancaccio, informava Giuseppe Di Fiore di Bagheria che Alessio Basile (della famiglia di Corso dei mille) aveva appreso di tre imminenti operazioni di polizia (“tre zampate… tre camurrie”) previste per “fine anno”. Si era di conseguenza organizzato per fare “sparire” alcune cose, mentre alcuni uomini di Brancaccio, “quelli più pesanti” si erano già “buttati latitanti”. Il 12 gennaio 2024 ancora Gagliardo diceva a Di Fiore: “… dice che dal ventuno al ventitré ci sono i giochi di fuoco, però questa, ‘sta notizia arriva dal Villaggio di Santa Rosalia”.

L’avvocato e l’incontro a Mondello

Giovanni Salvatore Cusimano di Partanna Mondello, uno degli anziani arrestati dell’ultimo blitz dei carabinieri, il 27 maggio 2023 si è incontrato a Mondello con un avvocato che, il giorno prima, gli aveva chiesto di vedersi anche solo “per cinque minuti”. Cusimano si fece accompagnare dal suo autista, Gennaro Riccobono, che rimase in auto. Al suo ritorno l’anziano boss spiegava: “Il discorso è che i carabinieri mi tengono sotto”. Aveva saputo che le microspie erano piazzate “anche nella macchina di Gennaro”. Era tutto vero.

“Siamo tutti pronti, capito?”

Le soffiate non sono mancate neppure per le indagini che hanno portato al blitz dei 181. Il 4 settembre 2024, Paolo Lo Iacono raccontava ad un suo interlocutore che Francesco Stagno non avrebbe potuto più occuparsi di una certa vicenda poiché stava affrontando problemi più seri: “Per adesso c’è un casino, capito? Per adesso c’è una bomba che sta scoppiando. Può essere oggi, può essere domani, può essere dopodomani,… si portano a tutti, hai capito?… qua si discute di carcere. Andare a prendere vent’anni. Chi siamo, chi sono? Boh. non lo sappiamo, capito? Già siamo tutti pronti, capito? Hanno duecentottanta fotografie l’uno… Chi sono? Boh… poi di nuovo Mimmo”. E cioè Domenico Serio, fratello del reggente Nunzio, effettivamente arrestato nel blitz.

Il 10 settembre 2024 Stagno pensava di fuggire in Germania. Voleva lasciare a qualcuno il suo incarico nella gestione delle scommesse. “Ora il fatto del gioco… forse me ne devo andare qualche due mesi, tre mesi in Germania. Ci riflettiamo insieme per fargli capire come funziona…, in mancanza deve sapere tutte cose”.

Il 19 settembre 2024, nel corso di una riunione alla quale era presente Domenico Serio, Stagno spiegava di non potere assumere impegni a lungo termine. Il 5 ottobre 2024 Paolo Lo Iacono apprendeva dal figlio Mirko, in quel momento detenuto a Trapani, che una guardia carceraria lo aveva informato di un imminente blitz che sarebbe avvenuto a Palermo.

Qualche giorno dopo, il 20 novembre 2024, lo stesso Lo Iacono spargeva la voce che, dopo indagini durate due anni, a breve, entro dicembre, sarebbero state eseguite due distinte operazioni di polizia che avrebbero comportato anche il suo stesso arresto. Il cognato di Nunzio Serio, Francesco Scarpisi, dopo avere ritrovato le microspie sulla Smart della moglie e temendo di essere presto arrestato si spostava al Nord Italia perché “siamo tutti bombardati”.

L’inseguimento dell’imprenditore

Angelo Barone, importante imprenditore nel settore delle scommesse on line, pensava addirittura di lasciare l’Italia. A marzo 2024 era riuscito a sfuggire all’inseguimento di una pattuglia della finanza. E iniziò a pensare di andare via: “Me ne devo andare da qua… devo cambiare la residenza… me ne vado… a me quello che mi potrebbe colpire sono la mia famiglia, ma se io ce li ho accanto posso essere sperduto in un pezzo di montagna, sono a posto. Io me ne vado… . L’Italia per noi è diventata scomoda, io me ne devo andare perché non intendo assolutamente perdere quello che ho creato fino ad oggi. Ho preso ora quindici milioni di gioco… ma secondo te io perdo questo che ho fatto nella mia vita?”. E uno degli interlocutori concordava: “Cominciate a farvi i passaporti”.

Non hanno fatto in tempo. E ora si indaga anche sul suo milionario giro di affari e sulle altre talpe che aiutano i boss.


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