Cronaca

La videochiamata del pentito: “Ho sbagliato…”. I pm: “Fatto gravissimo

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03 Gennaio 2025, 06:15

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PALERMO – “Ho sbagliato”, ammette il pentito Alessandro La Dolcetta ai magistrati della Direzione distrettuale antimafia che sono andati a interrogarlo. “È una cosa gravissima”, gli contestano i pubblici ministeri a cui ha confidato di avere fatto una videochiamata al cellulare.

Il collaboratore di giustizia ha fatto una videochiamata con uno dei suoi più fidati pusher dopo che aveva iniziato a svelare gli affari della droga dei boss di Porta Nuova.

Il cliente, il pentito e il cellulare

Il gancio è stato un cliente, uno di quelli a cui vendeva cocaina con assiduità tanto che lo definisce “amico”. Gli ha scritto un sms e La Dolcetta ha risposto chiedendogli di fare da tramite. Si sono parlati su “Messenger, sul mio profilo personale, io l’ho chiamato al profilo di un nostro cliente”.

“Una videochiamata di un’ora”, racconta La Dolcetta che prova a giustificarsi: “L’ho fatto per apprendere anche delle nuove…”. Il collaboratore che veste i panni dell’investigatore. Il suo interlocutore gli avrebbe confermato che “sta lavorando, a spacciare con il telefono di mio padre… gli ha fornito una ventina di numeri di telefono di clienti che noi avevamo”.

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I boss di Porta Nuova

Gli uomini di Porta Nuova avrebbero imposto l’acquisto con un prezzo fissato a 55 euro al grammo. Fino a quando La Dolcetta era libero avrebbe preso ordini da “Gaspare Rizzuto e Giuseppe Auteri”. Sono tutti finiti in carcere, ma gli affari della droga non si sono fermati.

Un grosso giro di denaro come emerge dalla contabilità trovata nel covo di Auteri che secondo i pm, durante la latitanza sarebbe diventato reggente del mandamento.

Il giorno dell’arresto a La Dolcetta sono stati sequestrati dei telefonini con i numeri di 800 clienti. Un altro cellulare invece sarebbe finito nelle mani del successore del pentito.

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03 Gennaio 2025, 06:15

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