22 Marzo 2018, 19:29
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PALERMO – Quando Giulio Tantillo lascia lo scranno della presidenza a Totò Orlando è già tempo di seconda chiama: l’orologio segna diversi minuti oltre le 11, qualche sguardo tra i consiglieri d’opposizione e il blitz che porta a galla le difficoltà della maggioranza va a segno. In Aula restano soltanto 17 consiglieri, mentre la coalizione sulla carta dovrebbe contarne 23, e così la seduta del consiglio comunale di Palermo sugli statuti delle società partecipate salta. I nomi venuti meno nel momento decisivo sono quelli di Caterina Meli, Giulio Cusumano, Valentina Caputo, Carlo Di Pisa, Sandro Terrani e Paolo Caracausi.
“Ho avuto un problema che ha provocato il mio ritardo – spiega Caputo, eletta nella lista Uniti per Palermo e poi transitata al Misto dopo la formazione dei gruppi consiliari all’indomani del voto -. Nessuna motivazione politica dietro la mia assenza, sono stabilmente nella maggioranza”. Un impegno istituzionale ha invece impedito a Meli di essere presente nel momento decisivo: quando è arrivata a Sala delle Lapidi aveva ancora con sé la fascia tricolore indossata poco prima per il giuramento dei giovani ferrovieri diventati capitreno: “La mia è un’assenza giustificata”, ricorda. Non ce l’ha fatta neanche il dem Di Pisa, che si trovava a Palazzo delle Aquile ma che è stato colto di sorpresa dal blitz dell’opposizione. Ritardatari anche Cusumano, consigliere di Palermo 2022, e Terrani, del Mov 139: sono i due consiglieri che alcuni giorni fa sollevarono in aula i casi degli eventi di Palermo Capitale della Cultura e del ponte Corleone. Terrani si difende: “E’ la prima volta che arrivo in ritardo per via di altri impegni, sono dispiaciuto per i disagi causati alla città ma, ripeto, è la prima volta che accade”. Fuori tempo massimo anche il compagno di gruppo Caracausi: “Sono arrivato due minuti dopo la chiusura”.
I giochi vengono così rinviati ancora una volta alle 10 di venerdì, con uguale ordine del giorno, ma Forza Italia, Movimento cinque stelle e le altre frange dell’opposizione vanno all’attacco: “Consiglio al sindaco di mettere i consiglieri di maggioranza su un autobus diretto in montagna – ironizza Tantillo, capogruppo forzista -. L’aria fresca potrebbe giovare e magari, al ritorno, riusciranno a dirci se intendono continuare questa esperienza p se è meglio andare alle urne. Così non si può andare avanti”. Fabrizio Ferrandelli parla di uno “stato di caos e di abbandono da parte di chi amministra la città”: per l’ex candidato sindaco, che pure settimane fa aveva aperto le porte a una collaborazione con l’Amministrazione, ormai non c’è più possibilità di dialogo: “Il nostro era semplicemente senso di responsabilità e amore per la città – dice -. Ma l’arroganza di chi prima sperava di governare la Regione, poi di piazzare i propri uomini a Roma e di impossessarsi di un partito, ha distrutto perfino quello sforzo di dialogo. Se questo disfacimento di maggioranza venisse confermato nelle prossime settimane – conclude Ferrandelli – proveremo a spingere verso le dimissioni anticipate per ridare la parola ai palermitani”. Per Sabrina Figuccia (Misto) la maggioranza “si è sciolta come neve al sole” e gli uomini di Orlando “non riescono ad avere i numeri per far lavorare il Consiglio”. In casa Movimento cinque stelle il capogruppo Ugo Forello torna a parlare di un consiglio comunale “in coma irreversibile” e di una maggioranza “incapace di essere tale”, mentre per Antonino Randazzo la coalizione che sostiene Orlando a Palazzo delle Aquile “è allo sbando”.
Accuse rispedite al mittente da Dario Chinnici, che guida la pattuglia del Partito democratico a Sala delle Lapidi: “Non c’è alcuna paralisi all’interno del consiglio comunale e la maggioranza è coesa – replica -. Queste piccole battute d’arresto saranno superate al più presto nell’interesse generale e con il consueto senso di responsabilità. L’opposizione pensi a proporre in modo costruttivo piuttosto che alimentare polemiche inesistenti”. Sinistra Comune si smarca e dopo aver sottolineato la sua presenza compatta e costante in Aula in questi primi mesi il capogruppo Giusto Catania ammette l’esistenza di un problema: “La maggioranza manifesta una seria difficoltà, vanno indagate tutte le ragioni politiche che rischiano di impantanare i lavori del Consiglio”. Secondo l’ex assessore alla Mobilità “è necessario fare di tutto per evitare la paralisi e serve un gesto di responsabilità da parte di tutti i consiglieri per evitare di mettere in difficoltà la città”.
*Aggiornamento
Nella tarda serata arriva anche la presa di posizione di Ottavio Zacco, consigliere di Sicilia Futura: “La situazione del consiglio comunale è molto imbarazzante – dice – ma di certo la responsabilità non è da attribuire al sindaco né ai gruppi politici ma ad alcuni consiglieri comunali. Qualche assessore, inoltre, non aiuta nemmeno a recuperare l’equilibrio in aula e alla fine la città continua a pagarne le conseguenze. le opposizioni – prosegue Zacco – svolgono il loro ruolo evidenziando l’inadeguatezza della maggioranza causata dalla irresponsabilità di alcuni. Apprezzo più il consigliere Russo, che ha pubblicamente detto di non condividere più il percorso della maggioranza, rispetto a chi in aula sottobanco fa più opposizione delle opposizioni. La città deve sapere – conclude Zacco – chi è presente in Aula dall’inizio alla fine e chi fa le comparse”.
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22 Marzo 2018, 19:29