17 Maggio 2016, 08:30
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PALERMO – L’impresa con il Verona è ancora viva negli occhi dei tifosi del Palermo che hanno assistito non solo alla conquista della salvezza, in un ‘Barbera’ formato Champions per l’occasione, ma anche e sopratutto alla prova tangibile che i risultati non si raggiungono soltanto con le giovani promesse ma con uno zoccolo duro che ha alle spalle già diverse primavere e tante battaglie combattute e vinte. Ogni riferimento è ovviamente rivolto ai tre senatori Stefano Sorrentino, Enzo Maresca e Alberto Gilardino che, al di là del talento indiscusso di Franco Vazquez, hanno illuminato questa emozionante corsa salvezza fino ai decisivi 90′.
Intorno a quello che in molti hanno definito il ‘blocco italiano’ sul quale Davide Ballardini ha posto i pilastri di quello che, nel periodo in cui si vive la favola del Leicester di Ranieri, può essere tramandato ai nipoti come un miracolo sportivo. Si è dunque acceso l’affetto e la stima incondizionata di un’intera piazza che fino a cinque giornate fa era pronta invece a bollare i tre calciatori come ‘bolliti’ o ‘inadatti’ ad un progetto giovane come quello del Palermo. Per fortuna dei siciliani la legge del calcio ha fatto valere il suo peso specifico, dimostrando che l’età sulla carta d’identità, spesso e volentieri, è soltanto un limite della mente. Le parate di Sorrentino decisive contro Frosinone, Fiorentina e Verona, i gol di Gilardino sempre con i ciociari e gli scaligeri e il modo in cui Maresca ha dato del tu al pallone lungo tutte le ultime quattro gare di campionato sono un manifesto da appendere ai cancelli del ‘Barbera’ a memoria futura per non incappare nuovamente in una stagione sciagurata evitando di far pendere la spada di Damocle quasi sempre sugli allenatori, rei di puntare sull’esperienza piuttosto che sulla freschezza.
Giunti al termine di questa lunga avventura targata 2015/2016, in cui proprio gli anziani sembrano in procinto di mollare gli ormeggi per navigare verso acque meno turbolente ma allo stesso tempo meno stimolanti, la società di viale del Fante dovrà dunque fare un’attenta analisi sul fatto di lasciar andare così a cuor leggero degli elementi che, con poca fiducia da parte del pubblico e ancor meno tempo a disposizione per trovare degli stimoli nella baraonda che colpiva sistematicamente la propria guida tecnica, sono riusciti a far quadrato con un tecnico con cui il feeling non era scoccato coinvolgendo allo stesso tempo i tantissimi giovani che nel caso di una retrocessione avrebbero trovato facile giustificazione nei continui cambi in panchina. In ottica 2017, quando di primavere sul groppone i nostri tre ne avranno una di più, sarà dunque cosa buona e giusta tenerli ancora in considerazione.
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17 Maggio 2016, 08:30