Palermo, la marcia silenziosa per dire 'basta alla violenza' VIDEO

Palermo, la marcia silenziosa per dire ‘basta alla violenza’ VIDEO

"Non è normale perdere la vita per sedare una rissa"
la manifestazione
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PALERMO – Una marcia silenziosa per fare rumore e per dire basta alla violenza. I sindacati Cgil, Cisl, Uil e Acli, all’indomani dell’omicidio di Paolo Taormina, sono scesi in strada per chiedere maggiore sicurezza e maggiori controlli a Palermo perché nessuno vuole più piangere un figlio o un fratello.

Palermo, la marcia silenziosa

In oltre mille, tra giovani e meno giovani, compresi alcuni componenti delle istruzioni, come già fatto ieri sera, hanno affollato le strade del capoluogo siciliano e partiti dal Teatro Massimo hanno raggiunto la Prefettura.

Ad aprire il corteo lo striscione “Basta violenza! Basta illegalità!” oltre ai molti cartelli esposti da chi è sceso in strada, in alcuni si legge: “Vogliamo tornare vivi a casa non dentro una bara” e anche “non chiamatelo destino è un sistema criminale”.

“Basta alla violenza, serve intervenire”

“È arrivato il momento di dire basta alla violenza, basta alla paura, basta alla mancanza di sicurezza nelle strade e, soprattuto, nei luoghi di divertimento dei ragazzi. Palermo ha visto negli ultimi dieci mesi circa 120 aggressioni e abbiamo avuto morti”, lo dichiara Federica Badami segretaria generale Cisl Palermo-Trapani.

“Il ragazzo stava sedando una rissa, stava difendendo il proprio locale non è normale che per sedare una rissa si perda la vita. Adesso – ha concluso Federica Badami – Palermo ha bisogno di risposte concrete”.

“Palermo non è più una città sicura, è in emergenza criminalità, è in emergenza diffusione delle droghe e c’è un’emergenza ancora più grande che è quella del controllo del territorio che in questo momento manca – lo dichiara Ignazio Baudo segretario regionale Uil Sicilia -. Non è accettabile che fare una passeggiata possa conseguire il rischio di essere aggrediti”.

“Paolo poteva essere il figlio di ognuno di noi e questo lascia attoniti. Siamo qui per chiedere alle istituzioni e alla città che ognuno si faccia parte attiva per contrastare questa deriva che può ripiombare la città indietro nel tempo. Occorre intervenire nella richiesta di sicurezza e che le istituzioni facciano le loro parte”, lo dichiara Mario Ridurfo segretario generale della Cgil Palermo.

Alla manifestazione anche i parenti e gli amici dei ragazzi morti a Monreale lo scorso aprile, oltre Daniela Vicari, mamma di Francesco Bacchi, il giovane morto il 14 gennaio del 2024 a Terrasini all’uscita di una discoteca.

La signora Vicari chiede giustizia: “Abbiamo un dolore innaturale. Francesco si è intromesso in delle liti e non c’entrava nulla. La magistratura faccia il suo dovere che è quello di punire i ragazzi, perché il messaggio che passa è quello dell’impunità. Domani (14 ottobre, ndr) saranno venuto mesi che mio figlio è morto e sono venuto mesi che l’omicida è a casa. Non è possibile piangere mio figlio – ha concluso – sapendo che chi l’ha ammazzato è a casa”.

La stessa giustizia la chiede Daniela Venturella, mamma di Salvo Turdo, una delle vittime di Monreale. La signora chiede che le mamme dei ragazzi finiti in carcere per quella strage si mettano la mano sul cuore. “Non abbiamo ricevuto scuse, anzi sono arrivate delle minacce per il fidanzato di mia figlia”, ha spiegato.

Le indagini

Le indagini da parte delle forze dell’ordine vanno avanti. I clienti che affollavano ‘O Scrucio’ hanno raccontato che prima del colpo di pistola esploso da Gaetano Maranzano, che ha detto di portare con sé l’arma perché Palermo è una città pericolosa, Paolo Taormina è stato colpito con una bottiglia di vetro in testa.

La sorella di Paolo Taormina ha anche raccontato che il ragazzo dello Zen durante la fuga ha puntato la pistola contro di lei.


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