Palermo, Marina: 'Paura per la mia mamma a Kiev'

Palermo, Marina: ‘Paura per la mia mamma a Kiev’

Palermo in piazza per l'Ucraina. Le parole di Lorefice e Orlando.
IN PIAZZA CONTRO LA GUERRA
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PALERMO Ci sono molti sguardi con cui osservare questa buona Palermo che si riversa a piazza Pretoria e poi in Cattedrale per aprire uno spiraglio di umanità nel buio della notte della guerra. Uno, forse quello più importante, è lo sguardo di Marina che dice: “Ho la mia mamma e tutti i miei cari a Kiev, sotto le bombe. Riusciamo a sentirci, per ora, sono in pena e ho paura”. Ed è naturale che sia così e che risuonino echi naturali di angoscia. E ci sono anche gli occhi spalancati e una voce con la vibrazione di un cristallo vicino alla rottura. Marina è qui, ma il suo cuore è laggiù, dove si combatte e si muore.

Ecco la fiaccolata in piazza Pretoria, con tanta gente accorsa per manifestare. Dice il sindaco, Leoluca Orlando: “Palermo, unita, rivendica il diritto alla pace. La città si unisce al moto di indignazione e condanna l’aggressione militare di Putin nei confronti di uno Stato che ha diritto di vivere secondo le regole democratiche”. La bandiera dell’Ucraina viene issata sopra un balcone di Palazzo delle Aquile.

Ci si sposta sul sagrato della Cattedrale per il momento di preghiera e per la veglia. Ancora parole, quelle dell’arcivescovo, monsignor Corrado Lorefice, nitide e forti: “I bombardamenti su Kiev ci hanno ricordato i bombardamenti della seconda guerra mondiale, le strategie militari ci hanno rimandato ai giorni bui dei conflitti più grandi, all’angoscia che quella ‘terza guerra mondiale’ di cui ha parlato Papa Francesco, il conflitto finora combattuta a pezzi, nascosta, terribile e strisciante, diventasse esplicita e coinvolgesse di nuovo tutti, anche quell’Europa a lungo risparmiata”.

Ad ascoltare c’è il popolo dei credenti, con le sue associazioni, i suoi volontari e tanti che, quotidianamente, combattono nella trincea di Palermo per lenire le condizioni dei sofferenti. Ma ci sono anche altri, laici impegnati, semplici che hanno aderito al richiamo e che hanno il cuore in subbuglio per la grande trincea di Kiev. E c’è Marina, confusa tra la folla, che pensa alla sua mamma e ai suoi cari, sospesa sull’abisso di un odio che altri hanno scatenato.


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