23 Marzo 2023, 18:38
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PALERMO – Il ponte sullo stretto di Messina, le elezioni amministrative ma anche il processo “Open Arms”. Matteo Salvini è in Sicilia in questi giorni.
Domani tornerà nell’aula bunker dell’Ucciardone per una nuova udienza del processo che lo vede imputato. Sarà sentito come testimone, fra gli altri, il fondatore di Open Arms, Oscar Camps.
Convocati per testimoniare alcuni consulenti di accusa, difesa e parti civili: Stefano Oliva, Andrea Pellegrino, Maurizio Palmese, Massimo Finelli, Renato Magazzù, Dario Megna, Vittorio Alessandro.
“È un’udienza particolarmente importante quella del 24 – si leggeva in una nota della Ong – non solo perché si terrà dopo due naufragi che hanno profondamente scosso l’opinione pubblica e hanno tragicamente riportato il tema sulle prime pagine di tutti i giornali, ma anche perché sarà l’occasione per capire meglio cosa prevede il Diritto internazionale che regola il soccorso in mare, quali sono stati e sono ancora oggi gli obblighi dei governi e delle navi in mare di fronte a vite in pericolo, quali le mancanze e inefficienze che continuano a contraddistinguere i comportamenti delle autorià”.
Open Arms ha ricordato “un fatto inquietante su quei primi giorni dell’agosto del 2019: un sottomarino della Marina militare, il sottomarino Venuti, si trovava nelle vicinanze della nostra imbarcazione durante il primo soccorso effettuato dalla Open Arms e anziché intervenire e coordinare o supportare i nostri soccorritori, si è limitato a filmare la nostra operazione per raccogliere materiale utile a non si sa bene quale scopo. Con i nostri legali abbiamo chiesto all’Autorità giudiziaria di verificare se ci sia stata una condotta omissiva o negligente”.
Al termine dell’udienza il leader della Lega disse di essere “sconcertato anche perché – sorprendentemente – sono emerse solo a procedimento in corso le informazioni raccolte da un sottomarino della Marina: registrò l’attività di Open Arms nell’agosto 2019, certificando alcune anomalie che facevano ipotizzare il traffico illegale di esseri umani. Si tratta di documenti che, se fossero stati subito disponibili, probabilmente non avrebbero nemmeno fatto iniziare questa vicenda. Sono determinato ad andare fino in fondo per accertare la verità ed è già pronta una denuncia: perché nessuna Procura ha approfondito questa informativa? Eppure è stato dimostrato che era stata trasmessa a otto (otto!) Procure. Vado avanti, con orgoglio, a testa alta e con la coscienza pulita”, conclude il Vicepremier e Ministro Matteo Salvini.
In una delle ultime udienze hanno deposto anche l’ex presidente del consiglio e leader del M5S, Giuseppe Conte, il quale, rispondendo alle domande del procuratore aggiunto Marzia Sabella e dei sostituti Giorgia Righi e Calogero Ferrara, aveva detto: “Ho esercitato una sorta di moral suasion sul Viminale, scrivendo di mio pugno al ministro Salvini (ex ministro dell’Interno, oggi alle Infrastrutture) in particolare per quanto riguarda la situazione dei minori a bordo della Open Arms”.
All’epoca – agosto 2019, ha ricostruito l’ex premier – il Conte 1 era agli sgoccioli ed egli scrisse a Salvini. Una lettera che, il 15 agosto 2019, fu pubblicata da alcuni organi di informazione: “siamo in un periodo particolare, in una crisi di governo oramai conclamata. Il tema dell’emigrazione è un argomento caldo. E’ chiaro che il ministro Salvini ha sempre avuto una posizione molto chiara sulla gestione migratoria, mi infastidiva che una lettera del genere sia stata diffusa dal destinatario senza avvertirmi. A quel punto – ha aggiunto – era meglio diffonderla integralmente. Ma quando scrissi a Salvini non sapevo la posizione precisa della nave Open Arms”.
Luciana Lamorgese, che subentrò al Viminale al posto di Matteo Salvini, ha deposto dopo Conte: ““Abbiamo sempre messo in primo piano il salvataggio delle persone, anche di fronte a una condotta illegale, come ad esempio non comunicare un intervento al paese competente. A mia memoria durante il Conte 2 mai è stato vietato, durante la mia guida da ministra dell’Interno, uno sbarco in base ai decreti sicurezza. In mediasi impiegavano dai 3 ai 4 giorni per la concessione del POS nell’arco di tempo compreso tra settembre 2019 e i primi mesi del 2020, quando poi iniziò l’emergenza legata alla pandemia”.
Salvini – difeso dall’avvocato e parlamentare Giulia Buongiorno – è accusato di sequestro di persona e rifiuto di atti d’ufficio per i fatti relativi all’agosto del 2019, quando la nave dell’Ong Open Arms con 147 migranti a bordo attese per oltre 15 giorni prima di potere attraccare in un porto sicuro
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23 Marzo 2023, 18:38