Palermo, "mazzette nella sanità": l'azienda sborsa 600 mila

Palermo, “mazzette nella sanità”: l’azienda sborsa 600 mila

Patteggia una delle imprese coinvolte nell'inchiesta "Sorella sanità"

PALERMO – La Polygon, ex Tecnologia Sanitarie, patteggia e paga una sanzione amministrativa di 600 mila euro. Contestualmente vanno in confisca di 806 mila euro, considerati provento del reato, e già versati dalla società al fondo unico della giustizia.

La sentenza è del giudice le indagini preliminari Giliano Castiglia, dopo che gli avvocati della società, Renato Canonico e Giandomenico Caiazza, hanno raggiunto un accordo con il procuratore aggiunto Sergio Demontis e i sostituti Giovanni Antoci, Giacomo Brandini e Andrea Zoppi.

Tecnologie Sanitarie è una delle imprese coinvolte nel processo nato dall’inchiesta “Sorella Sanità” sulle tangenti negli appalti nella sanità pubblica siciliana. Così veniva soprannominato Fabio Damiani, ex responsabile della Centrale unica di committenza degli appalti della Regione siciliana. Gli appalti sarebbero stati pilotati dietro pagamento di mazzette.

Tra i condannati nel giudizio di primo grado, l’appello è ancora in corso, ci sono Roberto Satta e Francesco Zanzi, rispettivamente ex responsabile operativo e amministratore delegato di Tecnologie Sanitarie che si era aggiudicata un appalto milionario per la manutenzione delle apparecchiature elettromedicali negli ospedali siciliani.

Alla base del patteggiamento ci sono l’adozione da parte dell’impresa, che nel frattempo ha cambiato nome, di un nuovo modello organizzativo e la cifra messa a disposizione del fondo di giustizia. Altra premessa decisiva è il fatto che la Regione siciliana non risulta avere subito un danno dal presunto patto corruttivo visto che Tecnologie Sanitarie ha offerto il maggior ribasso e il servizio è stato regolarmente svolto.


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