05 Marzo 2022, 06:06
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PALERMO – Giuseppe Milazzo torna in campo a Palermo e lo fa, così recita il suo slogan elettorale, “in prima persona”. Alle ultime elezioni europee con Forza Italia ha fatto il pieno di preferenze e arrivò prima nella grande competizione accesa anche nel centrodestra. Da qualche tempo ha cambiato partito ed è passato a Fratelli D’Italia. Ora per le amministrative ha deciso di correre per un posto a Sala delle Lapidi.
Milazzo, si torna alle origini? Come mai ha deciso di candidarsi al Consiglio comunale?
“Per dimostrare cosa vuol dire mettersi al servizio di un progetto politico e della città. Oggi tutti si candidano alla carica di sindaco. E forse lo avrei potuto fare anche io portando a mio favore le esperienze pregresse. Ho deciso di esserci, non in maniera protagonistica, ma lavorando ‘in prima persona’ per far vincere il centrodestra”.
Come valuta quello che sta accadendo nella campagna per la scelta del candidato sindaco?
“Molti nomi pochi argomenti. La proposta più seria mi pare la nostra. Abbiamo fatto un nome, quello di Carolina Varchi, e non ci siamo permessi di fucilare i nomi degli altri”.
Si spieghi meglio?
“Vedo, alcune forze politiche che si divertono a fucilare le proposte politiche degli altri senza muovere niente per costruire un dialogo che arrivi a una conclusione. Vedo candidati di centrosinistra pronti a uscire. Nel centrodestra, che è favorito, invece, non si è ancora arrivati a scelta. Auspico che la palla passi al tavolo nazionale. Solo quello potrà trovare delle soluzioni”.
Quando parla di qualcuno che fucila i nomi degli altri a chi si riferisce?
“Guardi, non è una questione di chi ma di metodo. Il partito che si candida a guidare la coalizione deve essere il più generoso. In un contesto in cui ci sono tanti partiti nazionali: Fratelli D’Italia, Lega, Forza Italia, Udc, un solo partito non può rivendicare per sé tutte le candidature di rilievo e le caselle di carattere istituzionale. Il puzzle non si chiude così. Ognuno preferisce provare a dare il meglio per sè stesso dove sa di portelo fare ma così non lavora per la coalizione. Dobbiamo mettere in campo i migliori”.
Chi sono quindi i migliori?
“Carolina Varchi al Comune di Palermo e Nello Musumeci alla Regione Siciliana”.
Al di là della sua chiara preferenza per appartenenza politica, perché sono i migliori?
“Il Comune di Palermo, nelle condizioni in cui versa, non può essere oggetto di una contesa politica. Serve il nome migliore per gestire quelli che saranno per Palermo anni difficili: per i prossimi venti anni ci sarà una città in piano di riequilibrio. Occorre un’amministrazione che abbia una visione di lungo periodo, Carolina Varchi anche per un fattore anagrafico può consentire una visione innovativa e di lungo respiro. Su Musumeci il fatto è semplice. Non possiamo dire di volere rilanciare la Regione e poi fare una corsa elettorale per perderla. Come lo si spiegherebbe agli elettori?”
Su Musumeci ci torniamo fra poco. Credo che si renda conto che in questo ragionamento che lei fa c’è una contraddizione: Fratelli d’Italia si candida a giudare il centrodestra ma richiedendo due caselle non fa il partito più generoso. Qualcosa non torna.
“Fratelli d’Italia è disponibile a venire incontro alle esigenze della coalizione. Il valore dell’unità del centrodestra è la cosa più importante. Non c’è contraddizione perché non occorre dimenticare le premesse su cui si muove il mio ragionamento: sulla guida delle istituzioni non può esserci contesa politica, bisogna puntare sui migliori”.
Ma Lagalla non è nella lista dei migliori?
“Assolutamente sì. Ma perché deve lasciare il suo incarico di assessore regionale se lì sta lavorando bene?“
Torniamo un attimo a lei, in sua questa candidatura e in questo suo ragionamento, non c’è nessun sassolino con Gianfranco Miccichè?
“No. I sassolini se ci saranno si vedranno con il risultato elettorale. Non mi candido per dare rispose a Miccichè. Per me è passato remoto. Mi candido per il futuro che è Fratelli D’Italia con Giorgia Meloni. Vede: non è facile affrontare questa sfida quando si è quattro giorni a settimana fra Bruxelles e Strasburgo. Il segnale che voglio dare è forte: ognuno si spogli della propria brama personale per mettere in primo piano l’obiettivo della coalizione. Facciamo tutti un passo indietro per farne fare più di uno avanti alla coalizione. Serve per vincere”.
Sa, è una cosa che ci si chiede: non è che dietro il temporeggiamento ci sia la volontà di perdere? Con il piano di riequilibrio questa città vivrà anni difficili. Perché andare a prendersi la grana di amministrare una città quasi fallita?
“Per questo le ho detto che ci sono molti nomi e pochi argomenti. Noi oltre a parlare di cose da fare proponiamo una candidatura per la vittoria. Altrimenti non la avanzeremmo”.
Insomma, con la partita su Palermo Fratelli D’Italia lancia la volata nazionale. State dicendo: siamo pronti a governare l’Italia, vi dimostriamo fin da qui che abbiamo le carte in regola?
“Gli equilibri di carattere nazionale sono curati e saranno stabiliti dalla delegazione nazionale. Sono certo che questa risolverà e rilancerà la questione di Palermo e della Regione”.
Quali sono le emergenze della città?
“L’emergenza più forte è quella economico-finanziaria. Da quella dipende poi la qualità dei servizi. Poi c’è quella infrastrutturale che è sotto gli occhi di tutti. Infine, occorre pensare un riassetto delle partecipate. Palermo ha bisogno di una nuova messa a punto”.
Riguardo alle infrastrutture quali possono le modalità di soluzione in una Comune che non ha progetti?
“Il polo tecnico va valorizzato ma si deve pensare anche di ricorrere facilmente all’esterno. Alcune volte poi ha fatto degli errori la politica. Un progetto per il nuovo cimitero a Ciaculli c’era e fu fermato dal centrosinistra in consiglio. Situazione simile vale per la Pedemontana che per me oggi rimane attuale. Infine, occorre lavorare per la metropolitana automatica leggera. E questo lo dico sebbene pensi che vada portato a compimento il progetto del tram. Non sarebbe serio buttare le risorse che per questo fine sono state stanziate”.
Passando a Musumeci. Lei dice che sarebbe sbagliato non ricandidarlo eppure c’è chi non la pensa così.
“Quella di Musumeci è una candidatura autorevole. Abbiamo il diritto e il dovere di portare avanti le cose fatte. Alcune non le abbiamo realizzate ma tante sì e per questo è naturale portare avanti il percorso avviato. Siamo tutti in giunta regionale. Nessuno può dire ‘io non ho colpe, io non ho merito’. Se tutte le delegazioni sono ancora lì a lavorare vuol dire che c’è qualcosa che non funziona in chi chiede di candidare altri. Serve un chiarimento urgente al tavolo nazionale”.
Eppure, nel no a Varchi e Musumeci, qualcuno potrebbe vedere il tentativo di marginalizzare Fratelli D’Italia dalla coalizione per fare un centrodestra con un baricentro più verso il centro che verso destra?
“Non sono a conoscenza di tali movimenti che mi appaiono folli. Sono gli elettori a marginalizzare le forze politiche e lo fanno con i voti. Senza dubbio un errore in tal senso sarebbe letale per loro, non per noi. Noi combatteremo la nostra buona battaglia”.
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05 Marzo 2022, 06:06